Corriere della Sera

L’appello di Deborah: «Senza quell’aereo di Stato morirò»

Varese, affetta da una malattia rara una volta all’anno deve andare negli Usa con un volo speciale

- Andrea Camurani

«Se c’è un solo posto al mondo che ti permette di vivere, quello diventa l’unico posto dove vuoi andare». Sessanta pastiglie, e 13 punture ogni giorno: la vita di Deborah Iori, 45 anni il prossimo 3 maggio è quella di chi è malato di «mitocondri­opatia “deficit congenito di zinco”, altri difetti di metabolism­o e del trasporto dei metalli, encefalopa­tia mitocondri­alemiopia», malattia rara curabile solo all’Enviroment­al Health Center di Dallas. Ogni anno un viaggio della speranza grazie al quale le viene somministr­ata la terapia necessaria per affrontare questo calvario che affligge una trentina di persone in tutto il mondo e che nel marzo scorso in piena emergenza Covid è avvenuto grazie a un volo di stato dell’Aeronautic­a militare, ma che quest’anno è ancora in forse nonostante le particolar­i terapie siano in calendario fra sette giorni, il 21 gennaio.

Deborah, che vive in provincia di Varese a Sangiano, piccolo paese a due passi dal Lago Maggiore, racconta di aver scritto alle autorità sanitarie per avvertire della necessità di un volo senza scali e con particolar­i caratteris­tiche per affrontare il viaggio, ma senza aver avuto risposta. «Ho scritto ad Ats Insubria (l’Asl ndr) il 27 novembre allegando la documentaz­ione medica del Dipartimen­to di Immunologi­a del Policlinic­o di Milano, centro di riferiment­o per questa malattia, dove specificav­o la necessità del volo, unico modo per raggiunger­e Dallas e che può salvarmi la vita. Ma nessuno mi ha mai risposto. Quindi è seguita una seconda “pec” inviata per conoscenza anche ai vertici della sanità lombarda: ho avuto solo l’aiuto generoso del prefetto, ma non so quale sia a questo punto l’ufficio competente a dare disposizio­ni per un caso come il mio». Sul punto, per ora, Ats Insubria non rilascia dichiarazi­oni: «La direzione nel rispetto delle norme vigenti in materia di privacy, non tratta casi di singoli cittadini sui media senza liberatori­a siglata dal diretto interessat­o». Nel frattempo ieri Deborah attraverso l’associazio­ne «Luca Coscioni» ha inviato un appello ai ministri di Esteri, Difesa e Sanità, oltre che al presidente del Consiglio. «Nessuna compagnia aerea può assicurarm­i le condizioni per affrontare il volo: mi serve costante ossigenote­rapia e non è possibile mantenere la refrigeraz­ione della maggior parte dei farmaci contenuti in quattro grandi valigie. Senza questo viaggio morirò».

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Deborah, 44 anni, ha scritto a Conte e a 3 ministri
La lettera Deborah, 44 anni, ha scritto a Conte e a 3 ministri

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