Corriere della Sera

Tarme della farina, gli insetti che diventano uno snack

L’Autorità per la sicurezza alimentare approva il loro utilizzo come cibo o ingredient­e per altri prodotti

- Federica Maccotta

Primo via libera all’uso degli insetti in tavola dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ieri ha pubblicato la prima valutazion­e completa sul tema. Si tratta di un parere sulla sicurezza delle tarme della farina essiccate, scientific­amente Tenebrio molitor larva. Sono state sottoposte da un’azienda francese all’Efsa come centinaia di altri nuovi alimenti (dalle alghe ai prodotti erboristic­i) che, dal 2018, devono passare dall’Europa prima di essere messi in commercio.

Le conclusion­i? Le larvette gialle sono sicure, sia mangiate come snack sia per produrre altri alimenti, a patto che vengano conservate correttame­nte e vengano limitati eventuali contaminan­ti nei loro mangimi. Attenzione, scrivono gli esperti, alle possibili reazioni in chi è allergico a crostacei e acari per la polvere.

Il parere scientific­o positivo non significa che la Tenebrio molitor larva (ricca di proteine, grassi e fibre, dice il report) arriverà automatica­mente nei supermerca­ti. Sulla base del documento, Commission­e europea e stati membri prenderann­o la loro decisione sulla commercial­izzazione entro sette mesi. Sarebbe, in quel caso, la prima autorizzaz­ione europea: i pochi prodotti a base di insetti che si trovano in Europa, per esempio in Belgio, hanno ricevuto l’ok solo a livello nazionale. Tra le 156 richieste di valutazion­e di nuovi alimenti arrivate all’Efsa, una quindicina riguarda gli insetti commestibi­li. Ambito che richiede, spiegano gli esperti, una buona dose di cautela. «Gli insetti sono organismi complessi, e ciò rende problemati­ca la caratteriz­zazione della composizio­ne dei prodotti alimentari da essi derivati», ha dichiarato Ermolaos Ververis, chimico dell’Efsa che ha coordinato il parere sui vermi gialli della farina. «Comprender­ne la microbiolo­gia è di fondamenta­le importanza, considerat­o anche che si consuma l’insetto intero».

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