Corriere della Sera

QUANTE INCERTEZZE MA I SONDAGGI PREMIANO MACRON

- di Stefano Montefiori

La Francia è agli ultimi posti in Europa per numero di persone vaccinate: lunedì sera erano appena lo 0,2% della popolazion­e, quota ben lontana dal trio di testa Regno Unito (3,37), Danimarca (2) e Italia (1,19). La campagna è cominciata in modo disastroso, tanto che il presidente Emmanuel Macron ha dovuto mettere in scena la sua collera, senza attacchi aperti al suo stesso governo ma con indiscrezi­oni lasciate filtrare ad arte dall’Eliseo. Bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e musei sono chiusi da mesi, intere categorie profession­ali sono sull’orlo del fallimento, tutte le speranze si concentrav­ano sul vaccino ma — per adesso — è un bene raro. Sulla carta i cittadini potrebbero essere furibondi con il capo dello Stato, che dal celebre «siamo in guerra» ripetuto nel discorso del primo lockdown ha fatto della lotta al Covid l’inevitabil­e priorità della sua presidenza. E invece i sondaggi premiano Macron, che non solo resiste alle polemiche sulla vaccinazio­ne ma aumenta di quattro punti la sua popolarità rispetto a dicembre. Secondo l’ultima ricerca Ifop Fiducial pubblicata da «Paris Match», l’azione del presidente è approvata oggi dal 45% dei francesi, un livello non così lontano da quella maggioranz­a che per i predecesso­ri era un sogno: nella stessa fase del mandato, a 15 mesi dalla fine, François Hollande si fermava al 36% e Nicolas Sarkozy al 34%. Stasera il primo ministro Jean Castex annuncerà nuove misure (probabile un coprifuoco alle 18 invece che alle 20 in tutta la Francia) per fermare l’epidemia e le nuove varianti, ma lo farà in un clima relativame­nte favorevole al governo nonostante i quasi 70 mila decessi per il virus. Il presidente che ha conosciuto momenti difficili — dalla rivolta dei gilet gialli agli scioperi contro la riforma delle pensioni — gode oggi della fiducia di una parte consistent­e del Paese. Forse è l’istinto dei cittadini a stringersi al leader nei momenti cruciali, forse Macron — con abilità e un po’ di fortuna — è riuscito a trovare consensi sia tra i tanti francesi scettici sul vaccino sia tra quelli, di poco maggiorita­ri, pronti all’iniezione. Ha rassicurat­o i primi con la prudenza della fase di avvio, per poi interpreta­re il sentimento degli altri con un «adesso bisogna accelerare». Macron ha avuto finora un’unica bussola: la scuola. Tenerla aperta a differenza dei Paesi vicini «è il nostro orgoglio», ripetono i suoi ministri, ed è quello che continua a dare alla vita quotidiana in Francia una parvenza di normalità. Manca poco più di un anno alla nuova corsa per l’Eliseo, Macron non è ufficialme­nte candidato ma già favorito.

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