QUANTE INCERTEZZE MA I SONDAGGI PREMIANO MACRON
La Francia è agli ultimi posti in Europa per numero di persone vaccinate: lunedì sera erano appena lo 0,2% della popolazione, quota ben lontana dal trio di testa Regno Unito (3,37), Danimarca (2) e Italia (1,19). La campagna è cominciata in modo disastroso, tanto che il presidente Emmanuel Macron ha dovuto mettere in scena la sua collera, senza attacchi aperti al suo stesso governo ma con indiscrezioni lasciate filtrare ad arte dall’Eliseo. Bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e musei sono chiusi da mesi, intere categorie professionali sono sull’orlo del fallimento, tutte le speranze si concentravano sul vaccino ma — per adesso — è un bene raro. Sulla carta i cittadini potrebbero essere furibondi con il capo dello Stato, che dal celebre «siamo in guerra» ripetuto nel discorso del primo lockdown ha fatto della lotta al Covid l’inevitabile priorità della sua presidenza. E invece i sondaggi premiano Macron, che non solo resiste alle polemiche sulla vaccinazione ma aumenta di quattro punti la sua popolarità rispetto a dicembre. Secondo l’ultima ricerca Ifop Fiducial pubblicata da «Paris Match», l’azione del presidente è approvata oggi dal 45% dei francesi, un livello non così lontano da quella maggioranza che per i predecessori era un sogno: nella stessa fase del mandato, a 15 mesi dalla fine, François Hollande si fermava al 36% e Nicolas Sarkozy al 34%. Stasera il primo ministro Jean Castex annuncerà nuove misure (probabile un coprifuoco alle 18 invece che alle 20 in tutta la Francia) per fermare l’epidemia e le nuove varianti, ma lo farà in un clima relativamente favorevole al governo nonostante i quasi 70 mila decessi per il virus. Il presidente che ha conosciuto momenti difficili — dalla rivolta dei gilet gialli agli scioperi contro la riforma delle pensioni — gode oggi della fiducia di una parte consistente del Paese. Forse è l’istinto dei cittadini a stringersi al leader nei momenti cruciali, forse Macron — con abilità e un po’ di fortuna — è riuscito a trovare consensi sia tra i tanti francesi scettici sul vaccino sia tra quelli, di poco maggioritari, pronti all’iniezione. Ha rassicurato i primi con la prudenza della fase di avvio, per poi interpretare il sentimento degli altri con un «adesso bisogna accelerare». Macron ha avuto finora un’unica bussola: la scuola. Tenerla aperta a differenza dei Paesi vicini «è il nostro orgoglio», ripetono i suoi ministri, ed è quello che continua a dare alla vita quotidiana in Francia una parvenza di normalità. Manca poco più di un anno alla nuova corsa per l’Eliseo, Macron non è ufficialmente candidato ma già favorito.