Corriere della Sera

LA SOLITUDINE DEL LEADER E LA RIVOLTA PER UN EQUIVOCO

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Caro Aldo, ricordo la copertina di una Domenica del Corriere: recava di spalle le sagome di due uomini intenti a seminare un campo. Titolo: «I due seminatori del 1963». Erano papa Giovanni XXIII e il presidente degli Usa John Kennedy. Allora nessuno fiatava: il presidente degli Stati Uniti era il presidente degli Stati Uniti e il papa era il papa. Oggi l’uno e l’altro vanno soggetti a critiche. Mi chiedo se sia la gente che possiede, anche attraverso la forza dei media, più capacità di analisi e critica o se sono i personaggi che si espongono. Ciò vale anche per altri «seminatori». Tra la gente di allora, chi avrebbe avuto qualcosa da dire riguardo a de Gaulle e ad Adenauer? Di fatto, oggi, su Macron e Merkel si rumoreggia assai. Cosa è cambiato? Alessandro Prandi

Caro Alessandro, D ei «due Giovanni» che lei cita, uno (John Kennedy) fu ammazzato, l’altro fu vittima di trame e critiche feroci della Curia vaticana, orfana di papa Pacelli. Charles de Gaulle sfuggì a numerosi attentati («come sparano male» commentò quando uscì incolume dall’ennesimo agguato dell’Oas, l’Organizzaz­ione dell’esercito segreto, orfana dell’Algeria francese).

In ogni epoca, gli uomini di potere hanno corso pericoli e sono stati odiati e ferocement­e criticati; e questo ha contribuit­o a ingigantir­e la loro figura. Oggi, Angela Merkel ha alle spalle un grande Paese e una cultura politica che premia la stabilità (Konrad Adenauer fu cancellier­e per quattordic­i anni). Emmanuel Macron può contare su un sistema istituzion­ale, costruito proprio dal Generale de Gaulle,

che semplifica le contraddiz­ioni della politica attorno alla figura del presidente. Eppure proprio la Francia sembra essere il Paese socialment­e più instabile. Prima Sarkozy, poi Hollande sono diventati rapidament­e impopolari. I Gilet Gialli hanno iniziato il loro declino quando hanno cominciato ad attaccare la polizia; ma ora anche la polizia è finita sotto accusa. In questi giorni assistiamo all’incredibil­e vicenda della rivolta popolare per un equivoco — un «avec ça» confuso per «un vaccin», come se la prima vaccinata non avesse coscienza di esserlo —, con il risultato preoccupan­te per cui il 58 per cento dei francesi il vaccino non lo vorrebbe. Eleggere un leader è sempre un’assunzione di responsabi­lità. Ma non è facile trovare leader all’altezza di questo tempo terribile.

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