I detenuti del carcere ceco all’Istituto italiano di cultura: fateci leggere i vostri libri
Tutto comincia la scorsa estate, con una lettera in un italiano non privo di errori ma dal sapore ottocentesco. «Egregi amici, vi scriviamo dalla prigione di Mirov, il più severo ergastolo nella monarchia austriaca». A contattare l’Istituto italiano di cultura a Praga è un gruppo di detenuti del penitenziario di massima sicurezza ospitato in un castello del villaggio a circa 200 chilometri a est della capitale ceca. Studiano italiano da autodidatti, ma manca loro la materia prima: i libri. «Bramiamo di leggere Il Principe di Machiavelli», scrivono chiedendo se l’istituto abbia testi da donare loro, classici o moderni. «Siamo sicuri che non mancherete di accontentarci nella nostra modesta richiesta. Vi ringrazio e riverisco». «Il loro appello ci ha commosso», racconta la direttrice dell’istituto, Alberta Lai. «Con la nostra biblioteca lo abbiamo subito raccolto, inviando una cinquantina di libri accessibili: Verga, Moravia, Buzzati ma anche Lucarelli». Da allora è partita una corrispondenza. I detenuti scrivono della loro «fame» di letteratura italiana. E così adesso l’Istituto italiano di cultura di Praga ha lanciato un invito alla donazione, chiedendo di inviare (Šporkova 335, 118 00 Malá Strana Praga 1, Repubblica Ceca) entro gennaio un libro per il carcere di Mirov.