Corriere della Sera

Di Maio evoca la maggioranz­a «trasversal­e» di von der Leyen

- di Emanuele Buzzi

Cinque Stelle in attesa: la via — quella di un ingresso dei «responsabi­li» nel governo — è tracciata, la scelta chiara, ma gli sviluppi sono imprevedib­ili. E dipendono anzitutto dalle mosse di Giuseppe Conte e dalla volontà del premier di assecondar­e o meno le garanzie che chiedono gli eventuali nuovi volti della maggioranz­a.

Così, i pentastell­ati si trovano in un limbo. I vertici ribadiscon­o che «Il Movimento è compatto, tutte le anime hanno la stessa unità di intenti». Fonti parlamenta­ri ribadiscon­o che «l’idea che si possa andare avanti con altri equilibri di maggioranz­a è stata accettata». E a muoversi in prima linea è Luigi Di Maio, che da tempo lavora sottotracc­ia a una exit strategy viste le frizioni con i renziani. Il ministro tesse la tela della diplomazia, segue la regia della crisi. I suoi rapporti con i forzisti sono migliorati, sono più saldi (non a caso Renato Brunetta poche settimane fa lo ha elogiato).

Di Maio getta il sasso nello stagno con un post su Facebook in cui cita «l’elezione della presidente Ursula von der Leyen» (che ha visto un asse trasversal­e tra le forze della maggioranz­a gialloross­a e gli azzurri, ndr) e lancia un appello «a tutti i costruttor­i europei che, come questo governo, in Parlamento nutrono la volontà di dare all’Italia la sua opportunit­à di ripresa e di riscatto». Poi più tardi ai suoi ripete: «È importante dare stabilità al Paese, non abbiamo bisogno di scossoni, l’Italia non può permetters­i uno choc, la priorità per tutti deve essere il Paese».

«Il presidente Mattarella è il nostro faro — prosegue il ministro — e dobbiamo lavorare affinché arrivino risposte ai cittadini, quanto accaduto è sconcertan­te e sarà la storia a esprimere il suo giudizio». Di Maio parla di un appello, il suo, «rivolto a tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore l’Italia e gli italiani». «Dobbiamo stringere un patto di responsabi­lità al fianco del presidente Conte, che tuteli il comparto produttivo e le nostre imprese», spiega l’ex capo politico.

Ma gli scenari restano complessi e potrebbero portare a conseguenz­e impreviste anche nel Movimento. Si parla di un pressing dem per passare in ogni caso a un Conte ter. Ma c’è chi obietta: «Siamo e restiamo nel Conte bis. L’alternativ­a, fatte salve le indicazion­i del Colle, è il voto». Lo spettro di un rimpasto agita ancora le acque in casa pentastell­ata: una fetta dei parlamenta­ri ha nel mirino la riconferma di alcuni big come Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.

Non solo. La variabile impazzita in questo scenario è rappresent­ata prima di tutto dalla nascita dei gruppi «di Conte». Nel Movimento sono convinti che l’eventuale nuovo gruppo comportere­bbe inevitabil­mente uno strappo da parte di decine di parlamenta­ri ora nei gruppi M5S pronti però a traslocare tra le fila del premier, ipotizzand­o un futuro a lungo termine del progetto. «Se ciò dovesse accadere Il Movimento si lacererebb­e definitiva­mente», commenta un esponente di primo piano. Ma c’è chi è convinto del contrario: «Sarebbe una bad company composta da chi non crede più in noi». Un altro dubbio nell’attesa.

Il ministro si rivolge ai «costruttor­i europei»: il Paese non ha bisogno di scossoni

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Ministri Di Maio e Azzolina

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