Aumentano i contagi e le vittime Sale anche il tasso di positività: 10,7%
Ieri 17.246 nuovi casi (più 1.472 rispetto al giorno prima) con 160mila tamponi (15mila in meno). In calo i ricoveri
Aumentano i contagi, crescono i decessi. L’epidemia di coronavirus continua a correre veloce: ieri sono stati 17.246 i nuovi casi (+1.472 rispetto al giorno precedente) con 160mila tamponi (15mila in meno). Il tasso di positività è salito al 10,7% (+1,7%). «Il virus circola ancora troppo. Serve una stretta nel primo trimestre dell’anno: lockdown su base territoriale per far scendere decisamente i contagi mentre la vaccinazione va avanti» dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
I morti registrati ieri dal ministero della Salute sono 522 (mercoledì erano stati 507). Dall’inizio dell’epidemia 80.848 persone positive al Sasr-CoV-2 hanno perso la vita.
Le regioni più colpite sono la Lombardia, dove sono stati rilevati 2.587 casi, Veneto (2.076) e Sicilia (1.867). Roma è la provincia con il maggior incremento di casi: 1.708 nuovi contagi. Seguono Napoli (793) e Milano (638).
Timide buone notizie sul fronte sanitario: scendono i ricoverati con sintomi (23.110, 415 in meno di mercoledì) e quelli in terapia intensiva (2.557,-22). Il bacino degli attualmente positivi raggiunge quota 561.380 (-3.394), la stragrande maggioranza dei quali in isolamento domiciliare (535mila). Sono 20.115 le persone dimesse o guarite ieri.
Prosegue la campagna vaccinale: 910 mila le persone sottoposte alla profilassi. Ieri, però, è morto per Covid-19 un medico di Mantova che era stato vaccinato: «Aveva pregresse patologie croniche, è stata disposta l’autopsia» si legge in una nota dell’Asst. «Nella lotta al virus non possiamo contare solo sui vaccini che da qui a marzo raggiungeranno solo l’8% della popolazione, il 22% se l’Ema approverà AstraZeneca», afferma Cartabellotta. La Fondazione Gimbe ha annunciato il Piano 2021 per la gestione di mediolungo periodo della pandemia.
«Abbiamo analizzato le risposte di diversi Paesi alla pandemia — spiega Cartabellotta —. Alcuni come Cina, Australia e Nuova Zelanda, hanno scelto la strategia più dura per eliminare la circolazione del virus con lockdown, isolamenti controllati, tracciamento rigoroso e tamponi a tappeto. Altri hanno invece
Medico morto dopo il vaccino. «Aveva patologie croniche» Ma sarà fatta l’autopsia
cercato di contenere l’epidemia con misure proporzionate all’aumento dei contagi. In Italia abbiamo attuato la strategia di soppressione con il lockdown nazionale nella prima ondata e, da ottobre, quella di mitigazione: divieti più soft per ridurre il sovraccarico degli ospedali». È il sistema delle Regioni «a colori» che però «ha prodotto risultati modesti. Se andiamo avanti così ci aspetta un 2021 con ospedali ciclicamente al limite del collasso e uno stillicidio di chiusure, dalla scuola alle attività produttive».
Più utile, secondo Gimbe, «una stretta importante nel primo trimestre per piegare la curva e arrivare a inizio estate con 100mila “attualmente positivi” al massimo, così da riprendere il tracciamento, ormai saltato da mesi». Lockdown non vuol dire blocco del Paese: «Non possiamo permettercelo — conclude Cartabellotta — ma servono misure più incisive a livello regionale e provinciale come zone rosse selettive per almeno 3 o 4 settimane. Ma anche un cambio di passo nell’isolamento domiciliare che non può più essere fiduciario ma controllato, ad esempio con i Covid hotel.Perché i contagi in famiglia sono ancora alti».