Patologia sociale senza vaccino
Marjorie Taylor Greene, appena entrata in Congresso come deputata dell’ala trumpiana più radicale, quella delle teorie cospirative QAnon, è scatenata: riecheggiando vecchi slogan del suo presidente afferma che «i democratici sono i nemici del popolo», giudica la messa in stato d’accusa di Trump un atto violento e annuncia che il 21 gennaio, dopo il suo insediamento, chiederà alla Camera l’impeachment di Joe Biden. L’ultima giapponese nella giungla, che oltre a non conoscere leggi e procedure parlamentari, non ha capito che il vento è cambiato, visto che oggi anche Trump invita alla calma, parla di pacificazione e riunificazione del Paese? I sostenitori di tesi estreme esisteranno sempre, e Marjorie non farà molti proseliti tra i parlamentari del suo partito. Ma la sua posizione estrema, un invito alla rivolta contro la nuova presidenza mentre il mondo è ancora sotto lo choc dell’assalto al tempio della democrazia americana, è così isolata? Ne dubito e non solo perché l’improvvisa moderazione di Trump è più apparente che reale: nei comizi della recente campagna senatoriale in Georgia i due candidati repubblicani, David Perdue e Kelly Loeffler, sono stati accolti con applausi cortesi, mentre l’entusiasmo è esploso quando sul palco è salita Marjorie. I sondaggi parlano chiaro: quello di ieri di Ipsos-Axios dice che, nonostante tutto quello che è successo e si è visto, il 64% dei repubblicani approva i comportamenti di Trump degli ultimi giorni e il 57% vuole lui come candidato della destra nel 2024. Quella di decine di milioni di persone che ormai credono alle teorie cospirative più che alla realtà verificabile dei fatti è una grande tragedia americana. Solo americana? Sempre ieri Edelman, gigante mondiale della consulenza, ha diffuso il suo barometro annuale sulla fiducia: un sondaggio tra decine di migliaia di cittadini di 28 Paesi. Emerge un quadro deprimente: non solo la fiducia nelle istituzioni, la politica, la stampa, perfino le Ong, continua a essere in caduta libera, ma per un numero crescente di cittadini i governi non sono l’autorità riconosciuta ma la principale fonte di disinformazione. Meglio gli amministratori delegati delle grandi imprese che almeno sanno come risolvere i problemi. Secondo Edelman imperversa una patologia sociale per la quale, a differenza del coronavirus, non c’è vaccino.