Riflessioni fuori dagli schemi per capire il presente
Aun anno dalla scomparsa di Emanuele Severino (Brescia, 1929-2020), il «Corriere della Sera» manda in edicola un volume che raccoglie una selezione degli articoli — circa cinquecento – che il grande filosofo ha scritto per il quotidiano di via Solferino in oltre quarant’anni di collaborazione. Il libro, intitolato Il dito e la luna. Riflessioni su filosofia, fede e politica, curato dalla Redazione Cultura, resterà in vendita da oggi per un mese al costo di 9,90 in aggiunta a quello del «Corriere». «Pur dibattendo questioni di oggi — scrive Sergio Zavoli nell’introduzione dell’intervista al filosofo pubblicata in appendice al volume — Severino si colloca fuori del presente, ma anche del passato e del futuro: contesta, infatti, la stessa idea che abbiamo del tempo e la nostra persuasione che le cose emergano dal nulla e ritornino nel nulla. (...)
Ma egli non si ferma alla descrizione di ciò che appare, cioè dei fenomeni: cerca una via non ancora percorsa, una verità più profonda, un nuovo senso dell’esistente». Dopo la laurea a Pavia con Gustavo Bontadini, con il quale discusse una tesi su Heidegger e la metafisica, Severino ha insegnato Filosofia teoretica prima alla Cattolica di Milano e poi all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove è rimasto fino al 1989. Ha concluso la carriera accademica collaborando, a partire dal 2002, con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Accademico dei Lincei, è autore di numerose opere, tradotte in molte lingue. Tra queste: La struttura originaria (1958), Essenza del nichilismo (1972), che contiene anche il fondamentale saggio Ritornare a Parmenide, Il destino della tecnica (1998), Storia, Gioia (2016). (ma. b.)