Corriere della Sera

Milan Piano scudetto

Le trattative La capolista ci ha preso gusto: pensa a come resistere in vetta ed è disposta anche a cambiare strategie

- Carlos Passerini

L’attaccante nel 2020 ha giocato 7 partite ma la forma fisica non sembra un problema

Mandzukic vice-Ibra per fare un altro salto Maldini lo ha chiamato i rossoneri offrono 1,8 milioni per sei mesi Già preso Meité, in difesa idea Tomori

Non è un sogno, non è una suggestion­e. Per il Milan, Mario Mandzukic fino a giugno è un’idea seria, serissima. Sono ore calde per il management rossonero, i contatti con l’agente del croato, Giovanni Branchini, sono fitti e continui. La pista è concreta. Fra il d.t rossonero Maldini e l’attaccante 34enne ci sono state anche un paio di telefonate dirette: per parlarsi, per sondarsi, per capirsi. L’ex juventino ha ribadito al dirigente quanto aveva già fatto sapere attraverso chi lo rappresent­a: al Milan verrebbe di corsa. Grossi ostacoli sotto il profilo economico non ci sono: il centravant­i è oggi svincolato, arriverebb­e quindi gratis. E anche l’ingaggio è avvicinabi­le: siamo sui 3,5 milioni netti annui, significa quindi che per questi sei mesi costerebbe circa 1,8 netti. L’idea intriga. E non può che essere così, considerat­a la caratura del giocatore, uno che in carriera ha vinto una Champions col Bayern e quattro scudetti con la Juventus. Logico quindi che la notizia abbia acceso l’entusiasmo della stragrande maggioranz­a dei tifosi milanisti, già alle stelle per il primo posto in classifica.

Il Milan ci sta pensando. In maniera molto seria. Maldini, Massara e Gazidis vogliono prendersi però ancora qualche giorno, per mettere a fuoco pro e contro. Partiamo dai contro. Nel 2020 il croato ha giocato 7 partite con l’AlDuhail, in Qatar: di certo non un torneo di prima fascia. Le perplessit­à riguardano però non tanto la tenuta fisica — dalla Croazia assicurano che le sue condizioni siano eccellenti — quanto il suo impatto nello spogliatoi­o. «Chi arriverà, non dovrà modificare gli equilibri» ha ribadito Pioli in più occasioni. E di certo uno come Mario ha un peso specifico diverso da un Pavoletti, giusto per fare il nome di uno degli attaccanti ai quali il Milan pensa. Una cosa è certa: Pioli non ha messo veti. Altro contro: il giocatore preferireb­be un contratto più lungo di sei mesi, ma per quello un’intesa si trova.

Poi ci sono i pro. Molti. Anche se in fondo ne basta uno: Mario è un vice Ibra ideale. Per qualità, per tecnica, per esperienza,

per indole. In più può giocare sia da centravant­i sia da esterno sinistro, come alla Juve. Lo svedese e il croato potrebbero anche muoversi insieme.

Ma la verità è che, al di là di come andrà a finire, il piano Mandzukic è già una prova inequivoca­bile del fatto che per lo scudetto il Milan intenda provarci fino alla fine. «Siamo al primo posto, perché non cercare di restarci?» si chiedono ogni giorno ai piani alti di Casa Milan. Già, perché non provarci? L’obiettivo aziendale non cambia, la missione non è vincere lo scudetto bensì tornare in Champions, ma Maldini, che sul croato è il più caldo, non vuole giustament­e lasciare nulla di intentato. Ecco perché, a differenza di quanto aveva ribadito più volte fino a un paio di settimane fa, ora apre all’idea di un vice Ibra. Di certo il doppio infortunio muscolare del 39enne Zlatan ha avuto il suo peso. Il suo rendimento è sbalorditi­vo, ma fingere di non notare che ha giocato 12 partite su 27 sarebbe pericoloso. Anche perché l’obiettivo societario è restare in corsa su tutti i fronti. Servono quindi rinforzi, alternativ­e. Meglio se di esperienza, come avvenne nel gennaio di un anno fa con gli arrivi appunto di Ibrahimovi­c e Kjaer, che sono stati la chiave del successo del progetto giovani, permettend­o a tanti ragazzi di decollare.

Maldini si muove per tutti i reparti. In difesa si complica Simakan, causa infortunio: si vedrà a giugno. Si alzano quindi le quotazioni di Tomori del Chelsea. A centrocamp­o è invece fatta per Meitè: prestito dal Toro con diritto di riscatto a un milione più 8. Il nuovo Diavolo prende forma. E sogna in grande. Come prima, più di prima.

Pioli attento a non rompere gli equilibri raggiunti, ma sul croato non ha posto veti

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(LaPresse) Mediano Soualiho Meité
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(Getty) Difensore Fikayo Tomori
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