Regine sotto stress I big non riposano Il peso della Coppa su Inter-Juventus
«Dovevamo sprecare meno energie». Pirlo lo ha detto, Conte deve averlo pensato. La Coppa Italia ha lasciato un carico di stress nelle squadre che si stanno contendendo lo scudetto e rischia di condizionare Inter-Juventus, il derby d’Italia, snodo cruciale dentro un gennaio carico di impegni e particolarmente stancante. Non può essere un caso che le prime tre della classe siano state tutte costrette ai supplementari (il Milan addirittura sino ai rigori) e a fare affidamento sui titolari per arrivare al traguardo dei quarti di finale. La Coppa di casa nostra oggi forse è un peso, domani può diventare un potenziale obiettivo.
Il discorso è ampio e variegato. Nel caso della Juve, che ha piegato il Genoa non senza patemi, gli infortuni e il Covid hanno messo Pirlo nella condizione di schierare una serie di ventenni promettenti, Dragusin in difesa, Wesley sulla fascia e Portanova dietro le punte. L’Inter, invece, ha scelto i rincalzi e ha sperimentato Eriksen, il grande incompreso, nell’inedito ruolo di playmaker, peraltro senza grande successo. In partenza la Juve ha messo in campo due, tre, massimo quattro, giocatori che domenica saranno in campo a San Siro. L’Inter a Firenze è stata costretta a salire sino a cinque per l’ennesimo infortunio nel riscaldamento di Sensi sostituito da Vidal.
Ma con il passare dei minuti sia Pirlo sia Conte hanno dovuto ricorrere ai grossi calibri in panchina. Il bianconero ha cominciato con Rabiot, poi è stata la volta di Danilo e Bonucci e a ridosso dei supplementari si è scomodato sua maestà Ronaldo. Conte, con l’Inter raggiunta da Kouame, in un secondo tempo che la Fiorentina ha giocato con orgoglio e qualità, ne ha messi cinque: prima De Vrij perché Skriniar, già ammonito, rischiava l’espulsione, poi Hakimi e Lukaku e infine Barella e Brozovic. Peraltro Barella e Lukaku hanno confezionato il gol decisivo. Della squadra che affronterà la Juve ha riposato solo Bastoni.
I due allenatori speravano in un mercoledì meno problematico. Sia la Juve sia l’Inter si sono complicate la vita, dilapidando il vantaggio e au
mentando il carico di stress e stanchezza. I quattro titolari della vecchia regina, entrati in campo durante la sfida con il Genoa, hanno collezionato 239 minuti di fatica imprevista. I cinque dell’Inter dieci in più: 249. In questo senso si può parlare di par condicio. Il record spetta al Milan capolista che contro il Torino si è concesso Ibrahimovic dall’inizio per testarlo, ma è stato costretto a gettare nella mischia Kessie, Theo Hernandez, Hauge e Calhanoglu per un totale di 272 minuti. Il Diavolo però ha margini di recupero maggiori: in Coppa ha giocato martedì e a Cagliari in campionato replicherà lunedì sera, sei giorni dopo. Il calendario a volte ti dà e a volte ti toglie.