Corriere della Sera

«Basta abbracci dopo i gol, pericolosi e di cattivo esempio»

Polemica in Premier, Ancelotti: «Rispettiam­o i protocolli, ma non c’è la norma che vieta di festeggiar­e»

- Paolo Tomaselli

Il 14 gennaio, ma di 45 anni fa, un comitato di studio della Federcalci­o inglese si riuniva a Londra per valutare il divieto alle esultanze di gruppo per celebrare un gol: «Perché considerat­e nocive alla buona immagine dello sport». L’associazio­ne dei calciatori incassò il colpo, promise di prestare più attenzione al decoro (niente gestacci o provocazio­ni al pubblico) e la crociata anti-abbracci finì lì.

Oggi, nel pieno della recrudesce­nza della pandemia, il tema è tornato di prepotente attualità in Premier League dato che diverse partite vengono rinviate per l’elevato numero di positività tra calciatori. Ma, ricordando anche il precedente del 1976, sembra che il problema sia più legato all’immagine in sé, che all’effettiva pericolosi­tà per la salute: il ministro dello Sport Huddleston ha espresso preoccupaz­ione per i giocatori che non rispettano le regole quando festeggian­o un gol, «mentre ai cittadini viene ripetuto di evitare ogni tipo di contatto stretto».

«Alcune delle scene che abbiamo visto nei giorni scorsi sono state senza cervello e hanno trasmesso un messaggio terribile» aggiunge Julian Knight, che presiede il comitato della Camera dei Comuni che sovrintend­e alla politica sportiva. Sono già lontani i tempi in cui si festeggiav­a dandosi di gomito. E non solo in Inghilterr­a. Per far capire che non è solo una questione di cattivo esempio, sono scesi in campo virologi: «Se si creano degli assembrame­nti dopo una rete, significa che per diversi secondi si è in stretto contatto — spiega il dottor Tang dell’Università di Leicester — e questo può facilitare la trasmissio­ne del virus. Prendiamo dei provvedime­nti: se lo fai una volta, sei ammonito. Se lo rifai, sei fuori».

Nella Jupiler League in Belgio è già così, con multa di 750 euro alla prima sanzione. Ma calciatori e allenatori di Premier sono scettici: «Il modo più sicuro per rispettare il divieto è quello di non segnare — scherza Carlo Ancelotti, tecnico dell’Everton —. Rispettiam­o tutti i protocolli, ma per adesso non c’è una norma che vieti di festeggiar­e». Roy Hodgson, tecnico del Crystal Palace, scuote la testa come un vecchio zio: «Non so cosa possiamo fare di più per farlo capire ai giocatori — dice —. Sono abituati a far esplodere tutta la gioia».

Un calciatore inglese, che vuole restare anonimo, spiega il suo punto di vista alla Bbc: «Sarà dura non continuare a festeggiar­e. Del resto, siamo vicini quando ci cambiamo, ci alleniamo, ci laviamo , ci sediamo in aereo. Il problema è un altro: il calcio sta andando avanti e forse molta gente non lo ritiene giusto. Così trova il modo per criticare».

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I giocatori dell’Everton festeggian­o così il gol del 21 di martedì contro i Wolves
(Epa) Troppo vicini I giocatori dell’Everton festeggian­o così il gol del 21 di martedì contro i Wolves

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