Corriere della Sera

La scelta degli studenti che occupano i licei

Decine di ragazzi si fermano a dormire nell’istituto

- di Gianna Fregonara Fagnani

Sì. No. Un po’. Forse. Sul rientro a scuola per i ragazzi delle superiori si procede in ordine sparso. Tra decisioni delle Regioni e sentenze del Tar. E a Milano crescono i licei occupati dai ragazzi che vogliono tornare tra i banchi: basta con la Dad.

Tamponi e sacchi a pelo, mascherine e gel lavamani, per occupare la scuola «in sicurezza». Dopo settimane di fermento, tra presìdi e manifestaz­ioni, e dopo la prima occupazion­e al liceo Manzoni, a Milano ieri è dilagata la protesta degli studenti, per chiedere di tornare in classe. Quattro le irruzioni: al classico Tito Livio, allo scientific­o Volta e al Severi Correnti (liceo e itis), ma anche al liceo paritario Steiner. L’azione più clamorosa al Severi Correnti, dove la giornata è cominciata con le lezioni in didattica a distanza, fatte seduti sui banchi nel cortile della scuola. Al termine, con la complicità di una mamma-medico e con il sostegno del movimento Priorità alla Scuola, che ha promosso una raccolta fondi, una trentina di studenti si è sottoposta al tampone, nell’aula Covid dell’istituto. La dirigente scolastica aveva concesso l’utilizzo dei banchi e, nel pomeriggio, anche della palestra per un’assemblea. Al termine di quest’ultima, però, gli studenti si sono rifiutati di uscire e hanno deciso di passare la notte all’interno, nonostante la preside e poi la Digos abbiano intimato loro di uscire. «Siamo soddisfatt­i per la nostra occupazion­e, la cosa che ci dispiace è avere incrinato il rapporto con la preside che è sempre stata disponibil­e con noi. Lei condivide i motivi della protesta ma non il metodo, ma noi crediamo che la disobbedie­nza civile possa servire» spiega Matteo, uno degli studenti. Per Chiara Ponzini, fondatrice di Priorità alla Scuola, i tamponi (costati 500 euro) «permettono di creare una bolla, come nelle Rsa, che consentire­bbe di tornare a scuola in sicurezza, come succederà in Toscana. In Lombardia invece la Regione li promette da mesi invano».

Al Tito Livio e al Volta, i ragazzi hanno tenuto assemblee nei cortili, terminate nel pomeriggio, fra gli applausi di solidariet­à di decine di ragazzi di altri istituti. Allo Steiner il blitz è stato fulmineo: un gruppetto di quindici studenti è riuscito a salire nelle aule, a sistemarsi sui banchi e a seguire le lezioni in Dad da lì con i computer. Scoperti, sono stati invitati a uscire dalla dirigente scolastica e hanno continuato a seguire le lezioni sul marciapied­e. Due professori solidali sono scesi a fare lezione a loro e ai compagni a casa, utilizzand­o sempre il pc.

Il vento di protesta si sta allargando. Oggi a Trieste, Pisa e Imola si terranno altre manifestaz­ioni promosse da studenti, genitori e insegnanti di Priorità alla Scuola. Lunedì dovrebbero tornare in classe a Roma circa 160 mila alunni delle superiori. Diversi gruppi studentesc­hi nei giorni scorsi hanno protestato con sit-in e lezioni all’aperto, avanzando dubbi sul rientro in sicurezza senza interventi sui trasporti. Così, all’opposto dei coetanei milanesi, gli studenti di alcuni istituti romani chiedono di proseguire con la Dad. Si prepara anche un presidio sotto gli uffici del Miur.

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Studenti nel cortile dell’istituto Severi-Correnti di Milano occupato contro la didattica a distanza
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Mobilitati
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Dall’alto: l'occupazion­e al liceo Tito Livio (Imago); una lezione su un campo di basket (liceo Volta); tamponi al liceo Severi; un momento della protesta (ancora al Volta)

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