Corriere della Sera

Derby, il ciclone Lazio forza 3 travolge una Roma stordita

La sfida In 23’ prima Immobile e poi Luis Alberto (che segna anche il 3° gol) indirizzan­o un match senza storia Inzaghi studia bene la partita, coglie i punti deboli dei rivali e li sfrutta

- Luca Valdiserri

Il presidente Lotito, assertore della par condicio, non ha fatto differenze nell’accogliere i «colleghi» statuniten­si della Roma: li ha battuti tutti alla loro prima esperienza nel derby. Thomas DiBenedett­o lo perse 2-1 il 16 ottobre 2011, James Pallotta 3-2 l’11 novembre 2012 e Dan Friedkin 3-0 ieri. Benvenuti nella Capitale, ma prima ci sarebbe una tassa da pagare.

Il derby senza pubblico è stato anche un derby senza storia perché la Lazio lo ha divorato in 23 minuti e perché Simone Inzaghi ha dato una lezione di calcio a Fonseca. Ha identifica­to la parte debole dell’avversario — la fascia solo in teoria difesa da Ibanez e Spinazzola — e l’ha attaccata in continuità. Palla a scavalcare la linea e lanciare Lazzari, che per due volte ha approfitan­cora tato di errori sesquipeda­li di Ibanez. Il primo è costato il gol di Immobile al 13’ (dodicesimo centro in campionato, sesto in un derby) e il secondo il raddoppio di Luis Alberto, sul quale la Roma ha protestato per la posizione di Caicedo davanti a Pau Lopez, senza però trovare conforto nel Var che l’ha considerat­a passiva.

La verità è che Inzaghi aveva preparato bene la gara, vedendo come Hakimi aveva messo in croce Spinazzola cinque giorni fa in Roma-Inter. In vantaggio di due gol, la Lazio ha potuto giocare la partita che sognava, negando alla Roma gli spazi per gli inseriment­i dei trequartis­ti dietro a Dzeko. Il risultato può sorprender­e solo chi non ha seguito con continuità il campionato delle due capitoline: la Lazio ha sempre giocato buone gare contro le «big» anche quando ha perso, come contro il Milan -, mentre il terrifican­te ruolino di marcia di Fonseca negli scontri diretti è questo: sconfitte con Napoli (4-0), Atalanta (4-1) e Lazio (3-0), pareggi contro Juventus (2-2), Milan (3-3) e Inter (2-2). Tre punti su 18 disponibil­i, 18 gol subiti. Ogni commento è superfluo.

La Lazio è stata superiore anche nella ripresa, quando la Roma è stata se possibile ancor più imbarazzan­te: Reina ha dovuto fare la prima parata, su tiro di Dzeko, a 5 minuti dalla fine. I gialloross­i sono stati salvati per un po’ da un paio di parate di Pau Lopez, ma poi sono stati affondatat­i da Luis Alberto. Solo sullo 0-3 Fonseca è passato alla difesa a 4. Una volta Claudio Ranieri ribaltò un derby nell’intervallo cambiando Totti e De Rossi, ma erano altri tempi e non si creavano falsi miti. Inzaghi invece aveva già vinto 3-0 il derby del 2 marzo 2019, che costò la panchina a Di Francesco, e ha potuto mettere tutte le riserve nel finale.

I tre punti servono alla Lazio per riportarsi a -3 dalla Roma, fare un’iniezione di autostima e rientrare quanto meno in zona Europa. La sconfitta mette invece a nudo i limiti della Roma e di Fonseca. Non si può vivere solo di vittorie contro le avversarie nella parte destra della classifica.

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