L’ANTICA MANIFATTURA SALI E TABACCI
Sali e Tabacci. In questo clima di costruttori o di voltagabbana (questione di punti di vista), un ruolo determinante è quello giocato da Bruno Tabacci. L’ultima volta che le cronache si sono occupate di lui era per via di quei pullman pieni di gente fatti venire dal Sud per eleggere Benedetto Della Vedova al congresso di +Europa. Tabacci, 74 anni, ex dc di lungo corso, è un pendolo che oscilla continuamente dal centrodestra al centrosinistra in una carriera da parlamentare che dura da più di un quarto di secolo.
Adesso è molto corteggiato perché il suo Centro democratico, la famosa Manifattura Tabacci, è il refugium peccatorum dei transfughi M5S, il traghetto di anime perse verso il nuovo governo Conte, il bagno salvifico dei reietti e di Casalino. Del resto il tabacismo è la dipendenza da molto fumo e poco arrosto, una sorta di intossicazione cronica. Per questo Tabacci dice ora di sentirsi come Muccioli, è il SanPa della comunità dei peones, dei dimenticati, degli orfanelli della politica: disintossicati per ampliare la cornice della nuova maggioranza. Tutti gli riconoscono pazienza, sapienza e una piccola dose di convenienza. Se ci sarà un Conte ter profumerà di Tabacci.
Ha anche stabilito un rapporto molto forte con Luigino Di Maio, intravedendo in lui un democristiano d’antico pelo. Tabacci da fiuto.
Corteggiato
Ex dc di lungo corso oscilla sempre dal centro verso destra e sinistra