Crepe nel Movimento La linea anti Renzi vacilla davanti ai parlamentari
Di Maio: no a compromessi di bassa cucina
Compatti intorno a Giuseppe Conte ribadendo «l’impossibilità di qualunque riavvicinamento a Matteo Renzi». A tarda sera in casa Cinque Stelle emerge questa linea ufficiale. La lunga riunione tra l’eterno reggente Vito Crimi, il capo delegazione Alfonso Bonafede e i direttivi di Camera e Senato produce la stessa posizione: il premier non si tocca e no al leader di Italia viva. E anche Luigi Di Maio che lavora al fianco dei ministri del Movimento sottolinea l’importanza di «individuare un percorso di stabilità al Paese, al fianco del presidente Conte». Il ministro degli Esteri si dice contrario, come tutta la squadra Cinque Stelle «a compromessi di bassa cucina» e infine invia un appello «a tutti i costruttori europei in Parlamento». Ecco, se questa è la scena fatta filtrare dai vertici, chi ha partecipato racconta in realtà di un Movimento tormentato a causa di una crisi che agita le truppe parlamentari. Il clima è rovente e lo si comprende nel pomeriggio quando le agenzie iniziano a diffondere dispacci di questo tenore: «Panico nel M5S, i numeri non ci sono, e c’è chi chiede stop al veto su Renzi». Le chat di deputati e senatori sono già esplose. La preoccupazione è tale che i messaggi più teneri recitano così: «Meglio Mastella o Renzi?». «Qui i responsabili non ci sono», fa eco un componente di peso dell’esecutivo. Così, nelle ore più calde della giornata, c’è chi riprende a caldeggiare un ritorno al dialogo con Renzi. E nel contempo invoca le dimissioni del premier per giocarsi un posto di governo nel Conte ter. E poi ancora nel mondo pentastellato c’è addirittura chi auspica fortemente che l’«avvocato del popolo» non tocchi la squadra e assegni le deleghe all’Agricoltura e alle Pari opportunità. Il motivo? «Così gli attuali ministri conservano le loro amate poltrone», lamenta un deputato inferocito con i vertici. Ragionamenti che i direttivi di Camera e Senato riportano per filo e segno alla riunione con Crimi e Bonafede. E dove uno dei partecipanti avrebbe esposto la seguente tesi: «Noi dobbiamo difendere Conte, non tutto il pacchetto». E ancora: «Occhio a chiudere la porta a Renzi, non sia mai dovessimo nuovamente sederci al tavolo con lui». Dall’altra parte del campo Crimi e Bonafede a domandare ai presenti: «Come ci possiamo fidare di uno come Renzi che ha ritirato i ministri nel pieno di una pandemia aprendo di fatto la crisi?». Tradotto? Risposta di un parlamentare: «È evidente che stiamo per esplodere. Siamo al terzo esecutivo in tre anni. Abbiamo eguagliato la Dc».