«Una scelta strategica per produrre poi di più Reclutate altre aziende»
L’ad del gruppo in Italia: misura temporanea
L’azienda americana Pfizer, produttrice del primo vaccino anti SarsCoV2, messo a punto con la tedesca BioNTech, ha annunciato un ritardo nella consegna delle dosi di vaccino all’Unione Europea (salvo all’Ungheria che ha optato per quello cinese). E ha scatenato le rimostranze di molti Paesi europei. Poi l’azienda ha assicurato che il ritardo sarà solo di una settimana. È così? Anzi, sembra di capire che ha assicurato un’extra fornitura di dosi. Lo chiediamo a Paivi Kerkola, ad di Pfizer Italia.
«Pfizer e BioNTech hanno sviluppato un piano che consentirà l’aumento della capacità produttiva in Europa e fornirà un numero significativamente maggiore di dosi nel secondo trimestre. Per raggiungere questo obiettivo, si è reso necessario apportare subito alcune modifiche ai processi di produzione. Di conseguenza, il nostro stabilimento di Puurs, in Belgio, subirà una temporanea riduzione del numero di dosi che saranno recapitate nella prossima settimana. Le consegne nell’Unione Europea torneranno regolari, come da programma, a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento a partire dalla settimana del 15 febbraio, consentendoci di consegnare le quantità di dosi di vaccino previste per il primo trimestre e un quantitativo nettamente superiore nel secondo trimestre».
Le aziende informeranno la Commissione europea, gli stati membri dell’Ue e i gli altri Paesi interessati, dei programmi di consegna aggiornati.
«Pfizer e BioNTech stanno lavorando senza sosta per sostenere l’ulteriore diffusione delle campagne di vaccinazione in tutto il mondo non solo ampliando le proprie capacità produttive, ma anche coinvolgendo altri fornitori e produttori a contratto per aumentare la capacità produttiva totale».
Il vaccino è nuovo ed è corretto dire che anche la produzione (oltre alla sperimentazione) è una sfida che va «aggiustata» momento per momento?
«Pfizer ha una grande esperienza nella produzione di vaccini con oltre 200 milioni di dosi l’anno. Oltre a questi prevediamo di produrre quest’anno 2 miliardi di vaccini contro il Covid-19 e stiamo lavorando senza sosta affinché questo sia possibile».
E veniamo alla sperimentazione. È vero che, dopo le autorizzazioni, questo vaccino va continuamente tenuto sotto controllo nel mondo reale per vedere che cosa succede?
«Sì, come per tutti i farmaci e vaccini, continuiamo a monitorare attentamente i dati (per, eventualmente, intercettare effetti collaterali, ndr)».
Le nuove varianti (inglese, sudafricana, giapponese e brasiliana, l’ultima della lista), possono comprometterne l’efficacia?
«Pfizer e BioNTech hanno annunciato, all’inizio di gennaio, i risultati di uno studio in vitro, condotto da Pfizer e dalla University of Texas Medical Branch (Utmb): dimostrano come gli anticorpi delle persone, che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech Covid-19, neutralizzino efficacemente le mutazioni di questi ceppi».
Ed è corretto dire che nel caso di altre varianti «resistenti» al vaccino, la tecnologia dell’mRna è così flessibile da garantire, in tempi ragionevoli, il «cambio» di vaccino in modo che possa ritornare efficace?
«Sì, uno dei vantaggi della tecnologia mRna è la flessibilità, fondamentale quando si cerca di rispondere con urgenza a una pandemia globale».
Per aumentare la produzione in Europa ridurremo da lunedì le consegne
Uno studio ha dimostrato che è efficace anche sulle nuove varianti