Corriere della Sera

Le varianti brasiliane spaventano il mondo

Sarebbero due, anche l’Italia blocca i voli. Il collasso di Manaus: «In Amazzonia siamo senza ossigeno»

- Sara Gandolfi

Sarebbero due le varianti brasiliane del virus SarsCoV-2 che fanno paura al mondo. Ieri il ministro della Salute italiano Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che fino al 31 gennaio blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Chi è già arrivato in Italia deve sottoporsi al tampone. «È fondamenta­le — ha detto Speranza — che i nostri scienziati possano studiare approfondi­tamente la nuova variante». Mutazioni che secondo Wendy Barclay, direttrice del National Virology Consortium britannico, sono due e almeno una è molto virulenta. L’allarme ha spinto il premier Boris Johnson a chiudere i collegamen­ti aerei con l’intera America Latina e anche con il Portogallo.

Manaus, culla almeno di una delle due varianti, è al collasso. La capitale dell’Amazzonia, porta d’ingresso alla foresta tropicale, era già stata colpita duramente dalla prima ondata, fra aprile e maggio, quando mancarono pure le bare per seppellire i morti. Ora è a corto d’ossigeno per tenere in vita i contagiati, che aumentano giorno dopo giorno. Aerei militari hanno evacuato negli ultimi giorni decine di pazienti verso altri Stati brasiliani e portato a Manaus nuove scorte di bombole e respirator­i. Potrebbero, però, non essere sufficient­i. E c’è una corsa contro il tempo per salvare 61 neonati prematuri.

L’intero stato di Amazonas è in crisi, conferma un comunicato di Medici senza frontiere (Msf) che ha inviato concentrat­ori di ossigeno e generatori: «Gran parte dei malati gravi di Covid-19 vengono trasferiti nella capitale, Manaus, dove gli ospedali sono pieni». La città, che ha un solo collegamen­to stradale, ma diretto in Venezuela, è allo stremo. «È una isola nel mezzo della selva amazzonica — ha ammesso il ministro della Salute brasiliano, Eduardo Pazuello —. Brasilia è la città più vicina, a tre ore di volo». Le foto e i video girati negli ospedali mostrano decine di persone «in fila» per ottenere un posto letto. In mancanza di ossigeno, i più gravi vengono ventilati manualment­e. Secondo alcune testimonia­nze, i medici stanno operando come in «uno scenario di guerra» e devono scegliere chi curare e chi lasciare morire.

«Mancano monitor, ossimetri, ventilator­i, alcuni pazienti vengono curati sul pavimento», denuncia Sandro

André, presidente del consiglio sanitario locale. In un video diventato virale, un’infermiera supplica: «Non c’è più ossigeno in reparto e molti stanno agonizzand­o. Se qualcuno ne ha in casa lo porti qui». Ironia della sorte, ha risposto all’appello il Venezuela, in preda a una crisi umanitaria che ha spinto milioni di persone a emigrare, ma che ha inviato ossigeno al vicino lungo i 1.000 km che collegano il confine a Manaus.

L’Amazzonia è la regione più colpita del Brasile, che a sua volta è lo Stato con il record di contagi, dopo gli Stati Uniti (oltre 208.000 morti e circa 8,4 milioni di contagi). «Non si può prevedere cosa succederà con questo nuovo ceppo», ha ammesso il vicepresid­ente Hamilton Mourao, finito sotto accusa perché avrebbe ignorato gli avvertimen­ti lanciati sia dal governo di Amazonas sia dei fornitori d’ossigeno. E nel Paese cresce la protesta anche contro il presidente «negazionis­ta» Jair Bolsonaro, accusato di aver sottovalut­ato la pandemia.

Manaus è la quintessen­za del lato oscuro del Brasile, una sorta di avamposto della civiltà. Raggiungib­ile solo via fiume o aerea, è la «capitale» dei minatori e dei bordelli, sede di un teatro costruito nella Belle Epoque da un italiano e poi celebrato nel film Fitzcarral­do. Qui la legge è difficile da imporre. E la salute pure. I malati di Covid-19 aumentano e sono sempre più gravi. «Il 60% ha bisogno di ossigeno, la settimana scorsa solo il 30% dei ricoverati lo necessitav­a», svela Msf. L’aspetto più inquietant­e è la mancanza di dati certi sul contagio nelle comunità indigene: l’ingresso dei virus nei villaggi sparsi lungo i molti fiumi che solcano la regione è da sempre la miccia di stragi silenziose.

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mila I morti in Brasile, mentre i contagi sono 8,4 milioni (è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti). L’Amazzonia è la regione più colpita

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