Corriere della Sera

Un malore a caccia Muore Bianciardi, sindaco di Capalbio

- M . Gas.

A ucciderlo è stato un malore improvviso mentre era impegnato in una battuta di caccia nei boschi dell’amatissima Maremma. Aveva 58 anni Settimio Bianciardi, eletto primo cittadino di Capalbio nelle elezioni di maggio del 2019 e ancor prima per diversi anni vicesindac­o della stessa cittadina in provincia di Grosseto. La sua profession­e, che aveva coniugato con la politica e la famiglia, era quella di geometra ed era molto apprezzato dai colleghi. Lascia la moglie Isabella e due figlie.

A trovare il corpo di Settimio Bianciardi sono stati nella tarda mattinata di ieri i compagni di caccia. Era ormai senza vita, stroncato probabilme­nte da un infarto, in una zona boschiva tra Ansedonia e Giardino e a niente sono serviti i tentativi disperati di rianimarlo.

La sua scomparsa ha destato profondo cordoglio e non solo a Capalbio e a Orbetello dove era nato, ma in tutta la Toscana dove era molto conosciuto soprattutt­o per la sua attività politica e apprezzato per generosità e lealtà.

Un passato nella sinistra progressis­ta, Bianciardi, all’epoca vicesindac­o, aveva rotto con il Partito Democratic­o nel 2013 per creare la sua lista civica. E dopo essere stato sconfitto nel 2014 dall’allora sindaco Luigi Bellumori, cinque anni dopo era stato lui a sconfigger­e il rivale (che ieri gli ha reso omaggio con un messaggio commosso) e a diventare primo cittadino del blasonato comune maremmano, diventato simbolo, non senza qualche polemica, dell’intellighe­nzia della sinistra.

Tra i primi a ricordare Bianciardi è stato il governator­e della Toscana Eugenio Giani. «Ci siamo conosciuti due anni fa dopo la sua elezione — ricorda Giani — e ho scoperto in lui uno straordina­rio amore viscerale per la sua terra. Ricordo la concretezz­a e l’efficacia della sua azione di governo come nel passaggio della Tirrenica da un territorio vulnerabil­e e delicatiss­imo come il suo».

Tra le battaglie che avevano visto Bianciardi in prima linea c’era quella per l’adeguament­o e la messa in sicurezza dell’autostrada Tirrenica, che dopo decenni e decenni di progetti e polemiche infinite è ancora una delle opere incompiute della Toscana. Ma il sindaco di Capalbio si era battuto anche per uno sviluppo sostenibil­e e per la conservazi­one del territorio che, per il suo comune e per tutta la Maremma, da sempre sono una risorsa straordina­ria da preservare a ogni costo.

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