Violentò una donna Scoperto dopo 14 anni attraverso il Dna
La «riservata» che riapre le indagini dopo 14 anni arriva sul tavolo dei carabinieri della compagnia Porta Monforte la mattina del 30 novembre. I Ris di Parma hanno appena ricevuto la comunicazione dalla Banca dati nazionale del Dna che i campioni estratti da una sigaretta e dai tamponi dello stupro di una 41enne avvenuto nel 2006 nel cantiere della mai sorta Biblioteca europea di Porta Vittoria a Milano, hanno avuto «match» positivo con la sequenza del codice genetico prelevato a un detenuto algerino di 49 anni recluso per pochi giorni a San Vittore nel 2017.
Una svolta arrivata a più di un decennio dalla chiusura delle indagini. E che, dopo un provvedimento di riapertura del fascicolo da parte della Procura, ha permesso ieri mattina di arrestare per violenza sessuale e rapina il presunto responsabile. I carabinieri, guidati dal capitano Silvio Maria Ponzio, lo hanno trovato tra gli sbandati che gravitano nel grande buco nero intorno alla Stazione Centrale. Lo stesso luogo dove 14 anni fa gli investigatori erano arrivati indagando sul fantasma senza volto e senza nome che alle 6 di mattina del 20 agosto 2006 aveva stuprato la donna, sposata e madre di una bambina di 5 anni, aggredita alla fermata del filobus mentre andava al lavoro in ospedale. Quell’uomo l’aveva trascinata nel cantiere di viale Umbria e picchiata con una pietra. Poi aveva abusato di lei prima di rubarle 20 euro, il cellulare e un pacchetto di sigarette dalla borsa.
La vittima, interrogata a dicembre dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella, ha riconosciuto il volto del 49enne grazie a una vecchia foto segnaletica. Nel 2017 l’algerino era stato arrestato per un furto in un negozio e il suo Dna era stato prelevato come ormai prevedono le procedure. Le indagini proseguono per capire se ci siano stati altri stupri.