Corriere della Sera

«Il pedagogo italiano che tradusse Pinocchio in inglese»

- Silvio Masullo

L’aveva considerat­a una storia unica dal punto di vista educativo e fantastico, tanto da scriverne nel 1928 una versione per la Grande mela (Pinocchio’s visit to America), dopo aver tradotto in inglese, nel 1911, il Pinocchio in Africa di Eugenio Cherubini. L’autore era Angelo Patri, emigrato in America nel 1881, l’anno in cui Carlo Collodi iniziava a pubblicare le avventure del burattino più famoso del mondo. Anche la sua era una storia fantastica. Il figlio di contadini, originario di Piaggine in provincia di Salerno, che si afferma nel mondo pedagogico statuniten­se scrivendo testi fondamenta­li e ricoprendo cariche prestigios­e, sulla scia del progressis­mo educativo di John Dewey per andare a formare dei fanciulli aperti alla società e non considerat­i come semplici contenitor­i di nozioni. Angelo, il cognome originario Petraglia era stato troncato per un errore di trascrizio­ne, era tornato in Italia nel 1927 accompagna­to da Giuseppe Lombardo Radice, eminente pedagogist­a e filosofo, che di quell’esperienza pubblicher­à un libro nell’anno dopo. Resterà colpito dalla sua commozione nell’incontrare, ad alcune centinaia di metri dai templi di Paestum, i pastori del paese natio che dalle montagne del Cervati e del monte Vivo erano discesi a valle con le greggi, come faceva il papà Nicola e la mamma Carmela Conte. L’idea centrale del suo percorso educativo, che i bambini devono pensare e lavorare con gioia, conserva attualità nel nostro tempo. È scomparso a Danbury, nel Connecticu­t, nel 1965.

Il lettore racconta la vita di Angelo Patri, italiano negli Usa, che divenne un importante pedagogo e tradusse in inglese alcune storie di Pinocchio

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