Gentiloni: non si può avere una spesa pubblica senza limiti
Il commissario Ue all’Economia avverte l’Italia: «Un po’ di rigore non significa riproporre l’austerità»
Chiede «equilibrio». Perché non ci può essere «una spesa pubblica senza limiti», che non significa «tornare all’austerità», piuttosto «evitare di confondere il messaggio di reagire, sostenere l’economia, evitare la recessione, fare debito buono» e quindi «avere una finanza pubblica senza limiti: guai a dimenticare che un Paese come l’Italia ha un livello di debito che nei prossimi anni e forse decenni dovrà essere una questione all’attenzione di chi governa». Non è un avvertimento, quello di Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia intervenuto ieri in un dibattito online organizzato dalla rivista Internazionale per il suo Festival in corso a Ferrara; ma ci si avvicina molto, anche quando dice che la Commissione «si augura sempre di avere interlocutori stabili e governi che condividono e si impegnano nelle comuni sfide europeiste».
Mentre parla, l’ex premier si dice «convinto della piena consapevolezza del governo e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ma questa — al di là del Recovery — è anche una delle sfide fondamentali per i nostri Paesi e in particolare per i Paesi che hanno un più alto tasso di debito». E sottolinea più volte che «dire che va conservata una politica di sostegno ed espansiva, non significa accettare l’idea che, siccome i tassi d’interesse sono bassi, siccome la Bce continua i suoi programmi straordinari, siccome non ci sono particolari segnali allarmanti di spread o di agenzie di rating, possiamo avere una finanza pubblica senza limiti». Una maggiore presenza dello Stato oggi «è pienamente comprensibile, visto l’impatto sociale, culturale e psicologico causato da questa epidemia», ma «poi bisognerà trovare un equilibrio: le nostre sono economie di mercato, regimi liberali, e non possono certo trasformarsi in modelli di capitalismo di Stato». Ribadisce, però, che vanno ancora aiutate, «ma bisogna essere molto rigorosi».
I Paesi Ue hanno reagito insieme, «bisognava farlo» dice Gentiloni, perché il 2020 è stato «un anno terribile per l’Ue, ma anche straordinario se pensiamo ad alcune delle questioni fondamentali dell’anno scorso». Dalla sfida del Green Deal europeo alla risposta economica «senza precedenti» alla crisi sanitaria: «L’idea del debito comune per obiettivi comuni». Ma dopo il «volume di fuoco» di Next Generation Eu, «non possiamo fare passi indietro verso una situazione senza regole di bilancio comuni». Che significa rivedere «una situazione in cui deficit e debito sono andati a livelli senza precedenti». La base è semplice: «Nel 2019 avevamo un rapporto deficit/Pil nell’area euro dello 0,6%; nel 2020 lo avremo intorno al 7,5-8%; il rapporto debito/Pil era nel 2019 intorno all’84% e nel 2020 sarà intorno al 100%». Le risorse del Recovery fund le definisce «adeguate»: il punto, chiarisce, «è se saremo in grado di spenderle bene e non sprecarle, la prova dell’Italia è fondamentale».