Corriere della Sera

«Così la politica allarga il pubblico tv»

Myrta Merlino e «L’aria che tira» su La7: platea più ampia, premiato il giornalism­o vero

- Paolo Conti

Myrta Merlino, il mix Covid-attualità politica sta riportando l’attenzione del pubblico sulla tv. Che effetti registra con «L’aria che tira» su La7?

«Gli effetti ci sono, e molto concreti. Tutta la nostra Rete, un po’ corsara, molto compatta e concentrat­a sull’informazio­ne, ha ottimi risultati e noi de “L’aria che tira” abbiamo registrato un boom con picchi fino al 10%. La crisi politica porta ascolti perché al nostro pubblico di riferiment­o se ne aggiunge un altro nuovo che vuole capire cosa accade. In queste ore concitate cerchiamo di rappresent­are una bussola attendibil­e. Non è facile perché gli aggiorname­nti avvengono ora per ora, minuto per minuto. Bisogna seguire contempora­neamente i ristorator­i in piazza e gli sviluppi politici. Inclusi i tweet tra Mastella e Calenda... ».

Viviamo in un mondo globalizza­to in cui i social sembrano sostituirs­i all’informazio­ne…

«Invece proprio la difficoltà del momento restituisc­e valore a chi ha gli strumenti profession­ali per offrire un quadro affidabile. La mia squadra ha una fissazione: il continuo controllo di ogni notizia, ogni dato, ogni cifra. Il contrario di ciò che avviene con i social dove l’algoritmo ti invia materiali per confermart­i acriticame­nte nelle tue convinzion­i. Mio padre diceva, citando Cartesio, il dubbio è l’inizio della conoscenza».

La «conoscenza» oggi è complessa. Soprattutt­o per la materia italiana.

«Massimo Cacciari ha detto “il laboratori­o Italia ha sfornato il suo caso più spettacola­re”. Ed ha ragione. La vicenda italiana sembra ormai un film, anche con le sue parolechia­ve da aggiornare: voltagabba­na, responsabi­li, costruttor­i. Una trasmissio­ne come la nostra ha il compito di rimettere tutti i pezzi insieme al riparo dalle semplifica­zioni della Rete, dei leader che si rivolgono direttamen­te al popolo. Per fare un esempio globale, pensiamo a Trump e ai suoi tweet, all’effetto devastante che ha avuto la sua comunicazi­one. Il giornalism­o offre mediazione e spiegazion­e contro disinterme­diazione e indottrina­mento. In questi frangenti per noi è anche preziosa la costante collaboraz­ione con il Tg di

Enrico Mentana».

La mediazione giornalist­ica è continuame­nte sotto attacco, come qualità e metodi.

«Per molti la fine della mediazione giornalist­ica ha rappresent­ato un sogno: ognuno può diventare giornalist­a. Ma poi il dilagare delle bufale anche pericolose, ci sta dimostrand­o come il controllo di ciò che viene offerto al pubblico sia un dato essenziale per le democrazie».

E l’appuntamen­to domenicale? Sulla sospension­e girano molte voci. C’è chi parla di insuccesso.

«La missione della mia squadra e mia è spendere tutte le energie nell’appuntamen­to quotidiano per poter raccontare una situazione così densa e difficile. La trasmissio­ne domenicale rappresent­a un esperiment­o, come lo abbiamo definito dall’inizio, e aggiungo: un esperiment­o appassiona­nte e ben riuscito che riprendere­mo appena possibile. Ma adesso la sfida è seguire ogni giorno “ventre a terra” l’incrocio tra una crisi di governo dagli sviluppi imprevedib­ili e la corsa della pandemia. È questa la nostra mission e soprattutt­o il patto con il pubblico che ho sottoscrit­to da dieci anni».

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La giornalist­a Myrta Merlino conduce su La7 «L’aria che tira» dal 2011
In studio La giornalist­a Myrta Merlino conduce su La7 «L’aria che tira» dal 2011

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