Corriere della Sera

L’ora dei giganti

- Alessandro Bocci

Lukaku è il punto di riferiment­o, Ronaldo è il grande solista, più egoista e tecnico Il duello tra i due bomber peserà sulla partita che vale un bel pezzo di stagione

Cosi diversi e così uguali: Lukaku gioca per la squadra, nel caso di Ronaldo è la squadra a giocare per lui. Il risultato però non cambia: senza le loro prodezze Inter e Juventus finiscono nei guai.

Quando Romelu diserta la battaglia i limiti dei contiani si ingigantis­cono sino a diventare insopporta­bili. A Genova, contro la Sampdoria, con il belga all’inizio in panchina per recuperare dall’infortunio subito con il Crotone, è arrivata l’ultima dolorosa sconfitta. E a Firenze, nel mercoledì di Coppa Italia, è dovuto entrare per chiudere il conto un minuto prima dei rigori che non sempre premiano il più forte. Lukaku domina dentro l’area di rigore. Ma non è solo una questione di gol. È un faro, il totem di Conte. Apre gli spazi per gli inseriment­i dei centrocamp­isti, esalta le qualità di Lautaro ed è un punto di riferiment­o per i compagni: portargli via il pallone è impossibil­e.

La storia dice che Ronaldo, dall’alto dei suoi 5 Palloni d’oro, teme solo il confronto con Messi. Quello con Lukaku vive adesso. Rispetto al belga, Cristiano è decisament­e più tecnico, anche più egoista, concentrat­o sul suo talento ma, come nel caso di Lukaku, è impossibil­e farne a meno. Senza il portoghese la Juventus in campionato ha pareggiato con il Verona e in trasferta sia a Crotone che a Benevento. I punti che mancano al

la sua classifica.

Stasera avremo occhi soprattutt­o per loro dentro una partita che può cambiare gli equilibri nella corsa scudetto, di sicuro tosta e affascinan­te anche se malinconic­a senza tifosi. Lukaku alla Juve non ha mai segnato nelle tre precedenti occasioni, le ultime due in nerazzurro, e non sarà facile neppure stasera cancellare questa specie di tabù visto che dalle sue parti transiterà Chiellini. Un duello fisico che promette scintille. Lukaku ha segnato 17 gol in stagione con l’Inter, 12 in campionato ed è a tre dal traguardo dei 300 in carriera. Ronaldo di reti ne ha fatte più del doppio ed è a sole due da Pelè. Però con l’Inter non ha buona mira: un solo acuto (e un assist) in quattro partite con la maglia bianconera anche se il terzo anno, grazie a Pirlo che lo fa correre di meno, è quello in cui si sta esprimendo meglio.

Sono i giganti del gol. Non si può tralasciar­e il fatto che insieme hanno segnato più di 12 delle 20 squadre della serie A. Lukaku sai sempre dove trovarlo, nel cuore dell’area o anche qualche metro dietro, spalle larghe e spesso girate verso la porta avversaria perché a lui si appoggiano i compagni. Ronaldo non dà punti di riferiment­o, cerca la profondità, sfruttando la velocità di gambe. Romelu va via di potenza, Cristiano con l’energia del suo dribbling. E pensare che potevano giocare nella stessa squadra. Due estati fa, quando Conte lo aveva suggerito a Zhang, la Juve ha fatto l’impossibil­e per prenderlo. Quella battaglia l’ha vinta Marotta. Meglio così per l’equilibrio del campionato. Forse all’Inter, visto il rendimento (e le caratteris­tiche) di Sanchez manca un vice Lukaku. Ma sostituire il belga, che segna ogni 114 minuti, è facile solo a parole. La Juve, uno come Ronaldo, in gol ogni 109 minuti, neppure lo cerca: spera nel talento di Dybala, stasera infortunat­o, che all’ombra del portoghese si è smarrito.

Insostitui­bili

Quando mancano, le loro squadre soffrono e ingigantis­cono i propri limiti

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