Condannato per tortura un agente di Assad
È una sentenza storica a pochi giorni dal decimo anniversario della guerra in Siria quella che ha visto ieri Eyad Al-Gharib, ex membro del direttorato generale del Mukhabarat del presidente siriano Bashar Assad, condannato a quattro anni e mezzo di carcere dal tribunale di Coblenza come complice di crimini contro l’umanità. AlGharib ha fatto parte di un’unità che ha arrestato almeno 30 oppositori in seguito a proteste antigovernative nel 2011 a Douma e li ha trasferiti a Damasco, in un centro di detenzione noto come Al Khatib, o Branch 251, dove sono state inflitte loro torture.
È la prima volta che un tribunale fuori dalla Siria si pronuncia in un caso contro funzionari del governo siriano accusati di crimini contro l’umanità. I pubblici ministeri tedeschi hanno invocato il principio della giurisdizione universale per reati gravi. AlGharib, ex agente di medio rango, rischiava di dover scontare oltre un decennio dietro le sbarre, ma i giudici hanno tenuto conto delle argomentazioni della difesa che ha puntato sulla diserzione e sulla collaborazione con le autorità tedesche. Il 44enne è sotto processo con Anwar Raslan, ex funzionario dell’intelligence siriana, più alto in grado e accusato di aver supervisionato la «tortura sistematica e brutale» di oltre 4mila prigionieri tra aprile 2011 e settembre 2012, provocando la morte di almeno 58 persone. Per lui il verdetto è atteso entro la fine dell’anno. Al Gharib era arrivato in Germania nell’aprile 2018, mentre Raslan, nel luglio 2014. Entrambi avevano fatto richiesta di asilo politico ed erano poi stati arrestati.
Soddisfazione è stata espressa dalla rete di attivisti siriani. In testa Anwar Al-Bunni, testimone dell’accusa a Raslan (che ha rincontrato per caso a Berlino nel 2014 dopo essere stato da lui torturato anni prima) nonché avvocato che sta lavorando per portare i gerarchi di Assad alla sbarra anche in Austria, Svezia e Norvegia. «Questa decisione è storica perché condanna l’intero sistema criminale che è il regime siriano. Gharib è un uomo ma faceva parte di una macchina organizzata con l’ordine di arrestare civili, farli sparire, torturarli, ucciderli e nascondere i loro corpi in fosse comuni», ha dichiarato Anwar Al-Bunni.