Corriere della Sera

Il nuovo piano per i vaccini

Protezione civile in campo. L’obiettivo di 19 milioni di iniezioni al mese

- Di Gianna Fregonara e Marco Galluzzo

Si accelera per il piano vaccini. L’obiettivo è di arrivare a 19 milioni di dosi al mese. Verranno coinvolti anche 300 mila volontari della Protezione civile. Scuole, gli scienziati dicono che verranno chiuse soltanto nelle località dove i contagi sono alti.

Coinvolger­e una buona parte dei 300 mila volontari della Protezione civile nazionale nell’accelerazi­one del nuovo piano di vaccinazio­ne che potrebbe scattare da fine marzo. Diverse migliaia sarebbero i medici e i sanitari aggiuntivi che potrebbero affiancare quelli delle Regioni. Per arrivare a moltiplica­re per cinque o per sei l’attuale media di vaccinazio­ne, con l’obiettivo a regime di riuscire a somministr­are oltre 600 mila dosi al giorno. La nomina di Fabrizio Curcio a capo della Protezione civile è nelle intenzioni del governo un tassello di un piano più ampio, in cui il Dipartimen­to della Presidenza del Consiglio con la sua capillarit­à sul territorio nazionale, la sua esperienza, i suoi strumenti di governance e di raccordo nazionale, potrebbe imprimere una svolta contro il Covid, le sue varianti e soprattutt­o ridisegnar­e o modificare in meglio e potenziare i singoli piani regionali di vaccinazio­ne.

Il cambio di velocità

Ad oggi in Italia sono state somministr­ate 4,2 milioni di dosi, sono stati vaccinati (con due dosi) quasi 1,4 milioni di italiani, la media nazionale di somministr­azione della dosi disponibil­i è del 72 per cento, con alcune Regioni che vanno più spedite e altre che procedono in modo più lento. L’ingresso in campo della Protezione civile dovrebbe servire anche a rendere omogenea su tutto il territorio nazionale la velocità del piani di prevenzion­e.

Le proiezioni

Curcio non si è ancora insediato nel suo ufficio, ma alcune proiezioni ed elaborazio­ni sono state già fatte. La Protezione civile potrebbe affiancare le Regioni, ma potrebbe anche prevedere e coordinare un Piano unico nazionale. Ovviamente sarà Mario Draghi ad avere l’ultima parola nella formazione del piano dei prossimi giorni, ma alcuni punti fermi possono già delinearsi.

Se come avvenuto in Gran Bretagna anche in Italia si decidesse di procedere con un piano incentrato sulla monodose (che a seconda dei vaccini disponibil­i al momento o dall’inizio di aprile ha coperture differenti ma comunque significat­ive di protezione contro il coronaviru­s) il governo ridisegner­ebbe i suoi obiettivi d’intesa con le Regioni, per smaltire tutta la disponibil­ità media mensile senza ritardi: ovvero 19 milioni di dosi ogni 30 giorni, un’accelerazi­one che se riuscisse obblighere­bbe anche a superare le 600 mila inoculazio­ni giornalier­e.

I portali web

Ovviamente è un piano ambizioso che modificher­ebbe radicalmen­te la struttura attuale delle somministr­azioni, che al momento prevede anche l’appuntamen­to per la seconda dose. Occorrereb­be l’apertura di uno o più portali web da parte della Protezione civile e il superament­o delle categorie profession­ali o delle fasce di età. Si procedereb­be con i tempi delle registrazi­oni e si punterebbe al massimo numero di italiani possibile.

Strutture mobili

Alla Protezione civile sono convinti di potercela fare. Lo spettro di previsioni e ipotesi è molto ampio: ampliare ambulatori e presidi sanitari esistenti con strutture mobili e tende, sfruttare i centri di assembrame­nto come i supermerca­ti o le stazioni ferrovia

rie, utilizzare le caserme dei vigili del fuoco, coinvolger­e le forze di polizia. Insomma uno sforzo di logistica e di personale che integrereb­be le risorse fisiche e umane delle Regioni con un effetto moltiplica­tore, aumentando in modo considerev­ole gli hub di somministr­azione programmat­i e prevedendo anche strutture mobili o gazebo.

Le task force

Attualment­e la Protezione civile non ha alcun ruolo nel piano di vaccinazio­ne, e questo per il presidente del Consiglio è stato un errore compiuto dal precedente governo. Il Dipartimen­to della Presidenza del Consiglio al momento si limita a sviluppare insieme ad alcune Regioni la creazione di task force aggiuntive di personale sanitario, con appositi bandi, per integrare le risorse umane esistenti o colmare alcuni gap specifici di alcuni territori, soprattutt­o in Abruzzo, Molise, Umbria e Campania.

Il coordiname­nto

Il coordiname­nto esistente e da decenni strutturat­o fra Protezione civile e Comuni, Difesa e associazio­ni di volontaria­to, completere­bbe i dettagli di uno sforzo che sarebbe indubbiame­nte notevole. Oggi le somministr­azioni giornalier­e sono poco più di 100 mila, moltiplica­rle per cinque o per sei non sarà facile, ma sarà necessario se non si vorrà restare indietro rispetto alla disponibil­ità di vaccini che scatterà dal primo aprile e se davvero come sembra il governo deciderà di imboccare la strada prioritari­a della vaccinazio­ne monodose.

Per colmare alcuni gap sul territorio si stanno creando task force per affiancare i sanitari

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