Corriere della Sera

«Le classi sono posti sicuri se si rispettano le regole Non si deve bloccare tutto»

Villani: prima di tutto serve l’educazione sanitaria

- di Fabrizio Caccia

Professor Alberto Villani, per il nuovo Dpcm il premier Draghi attendeva una risposta chiara da voi del Cts. Secondo lei che è il presidente della Società italiana di pediatria, meglio le scuole aperte o chiuse?

«Lascerei da parte le semplifica­zioni giornalist­iche — risponde il componente del Comitato tecnico scientific­o —. Il principio da seguire è uno soltanto: si deve decidere in base all’epidemiolo­gia, all’andamento del virus. Là dove è alto il rischio per la popolazion­e, diventa alto pure per chi va a scuola. E bisogna intervenir­e, cioè chiudere gli istituti».

Adesso, poi, per colpa delle varianti, inglese, brasiliana, sudafrican­a, il virus sembra aggredire anche i più piccoli.

«Permettete­mi di obiettare che quella che più temo in realtà è la variante umana, cioè i comportame­nti delle persone. Il virus entra dove trova le porte aperte: assembrame­nti, gente che non usa la mascherina, che non si lava le mani. La scuola in sé è un posto sicuro: diventa insicuro se cessa l’attenzione».

Ma, sempre per semplifica­re, cosa direte al governo Draghi? Chiudere dove, quando?

«Direi che non ha senso mandare tutti in castigo, tutti dietro la lavagna. In castigo ci va chi non si è comportato bene. La politica, lo ripeto, deve decidere in base all’epidemiolo­gia: se una zona diventa rossa, è naturale che chiuda tutto e chiudano perciò anche le scuole. Del resto, mi pare che già sindaci e presidenti di Regione stiano intervenen­do modulando le misure e stabilendo la Dad solo là dove i contagi sono in aumento. Sia chiara una cosa, però: più di qualunque legge, di qualunque Dpcm, è importante

Come puoi fermare il contagio domestico se fai feste in casa? Poi il virus arriva anche a scuola

l’educazione civica, l’educazione sanitaria. Come puoi fermare il contagio domestico, che rimane il pericolo più grande, se ancora oggi senti parlare di party a domicilio a cui hanno preso parte più di trenta persone, tutte assembrate e senza mascherina? È chiaro che poi il virus te lo trovi anche a scuola».

Sarà per questo che a volte voi scienziati sembrate quasi guardare con timore alla didattica in presenza.

«Non scherziamo. Noi vorremmo la scuola a tempo pieno. La Società che presiedo ha scritto di recente una lettera aperta a Mario Draghi. Gli abbiamo chiesto di riformare la scuola: il più importante investimen­to per un Paese civile».

Un’idea in più per il Recovery plan.

«Il 50 per cento degli istituti scolastici risale a prima della nascita della Repubblica. Sono edifici vetusti. Investire nella scuola significhe­rebbe renderla davvero un luogo sicuro. E in cui garantire a tutti, in maniera equa, il diritto di sviluppare le proprie potenziali­tà, offrendo la possibilit­à di praticare sport e ogni tipo di arte: dalla musica alla pittura, dal teatro alla danza».

Altro che Didattica a distanza.

«Appunto. Con la connession­e che va e viene e in tante case nemmeno c’è».

 ??  ?? Chi è
Il professor Alberto Villani, 62 anni, presidente dell’Associazio­ne italiana di pediatria e membro del Cts
Chi è Il professor Alberto Villani, 62 anni, presidente dell’Associazio­ne italiana di pediatria e membro del Cts

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy