Corriere della Sera

«Mi appello al premier Meglio un breve stop per tutte le superiori che una lunga agonia»

Il presidente del Veneto: avevo chiesto il parere degli scienziati Ma non credo a interventi a macchia di leopardo, il virus non ha confini

- di Marco Cremonesi

«Faccio appello al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettivit­à scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole, l’obiettivo deve essere la salute». Luca Zaia, come governator­e, è il responsabi­le della sanità pubblica in Veneto. E ora si trova a dover fronteggia­re una decisione tra le più delicate: la possibile chiusura delle scuole superiori.

Ieri sera il Cts ha sancito la chiusura nelle zone rosse e nelle aree in cui i contagi superino i 250 casi ogni 100 mila abitanti. È d’accordo?

«Quel parere l’avevo chiesto io. Però, il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane».

Ma ci sono aree in cui il virus è meno aggressivo...

«In questo momento è fondamenta­le guardare in faccia alla realtà. Si fa un gran parlare di una possibile terza fase ed è indubbio che l’Italia si stia ricolorand­o di arancione e di rosso. I dati epidemiolo­gici ci parlando una situazione sotto pressione e, anche se in Veneto dal primo di gennaio si è in calo di ricoverati, basta guardarsi in giro…».

Parla delle regioni confinanti?

«Pensi alla provincia di Brescia e all’Emilia. Ma il problema è vasto: la Germania è praticamen­te chiusa da novembre, in Inghilterr­a sono al terzo lockdown, in Francia al secondo. Alla prima riunione della Conferenza Stato Regioni con il nuovo governo, ho posto alcune questioni».

Per esempio?

«Ho detto che apertura, chiusure e restrizion­i siano dettate dalla comunità scientific­a. Ho chiesto formalment­e che il Cts si esprima sull’apertura delle scuole».

Perché questa insistenza sulla comunità scientific­a? Fin qui le decisioni sono state prese diversamen­te?

«Io vorrei che si superasse una certa aria. Non possiamo pensare che chi chiude le scuole abbia l’anello al naso e chi vuole tenerle aperte sia un paladino della cultura. Io non ho aperto le scuole chiuse a gennaio. Una sconfitta. Si ricorda Victor Hugo? “Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione”. Sono convintiss­imo che la scuola sia il momento fondante dei nuovi cittadini. Però, ci vogliono garanzie».

Che adesso non ci sono?

«Io ho tenuto le scuole chiuse a gennaio sulla base di articoli scientific­i che dicono che la riapertura porta a una diffusione esponenzia­le. Intendiamo­ci: non sto dicendo che i ragazzi siano untori».

Dice che le scuole sono un luogo di contagio...

«Prima cosa, i ragazzi sono spesso asintomati­ci. E la presenza a scuola implica quella di più persone, in Veneto 700 mila, in ambienti confinati. La scuola rischia di diventare il punto di snodo per portare l’infezione da una famiglia all’altra. Senza colpe, ma i ragazzi rischiano di essere i vettori del contagio. Del resto, l’abbiamo appena visto...».

La riapertura delle scuole ha aumentato i contagi?

«Lo dicono i numeri. L’infezione

in Veneto ha preso quota venti giorni dopo la riapertura delle scuole. E ha toccato la sua fase più… impression­ante tra novembre e dicembre. Sarà una lettura empirica, ma vedo regioni che hanno aperto un mese prima di noi che hanno alte infezioni e parlano di richiudere».

Ma questo discorso non riguarda anche elementari e medie?

«Qualora fossero pienamente garantiti i congedi parentali e i bonus baby sitter, bisognereb­be fare un ragionamen­to più generale. Se chiudono le scuole superiori, il problema non c’è, i ragazzi possono badare a loro stessi».

Ma scusi, non potrebbe decidere lei di chiudere le superiori?

«Io ho posto la questione: il Cts deve esprimere responsabi­lmente un parere autorevole. Quello di ieri sera era stato chiesto da me in presenza dei ministri Speranza e Gelmini. Ma da noi, la chiusura di gennaio ha innescato uno stillicidi­o di polemiche che uscivano vergognosa­mente fuori dall’ambito sanitario per andare su quello ideologico. Tra l’altro, c’è stato anche un ricorso al Tar, che però non ha sortito sospensiva».

Il precedente

La relazione tra scuola e contagi c’è. Ma quando ho chiuso è partito uno stillicidi­o di polemiche

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Il governator­e veneto Luca Zaia
Lega Il governator­e veneto Luca Zaia

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