Corriere della Sera

«Un distretto finanziari­o del Sud per sostenere la crescita delle pmi»

Mattarella (Mcc): nel piano industrial­e il rilancio della Popolare di Bari. La svolta del digitale

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«Ulteriore specializz­azione della Banca a sostegno del Sud e delle imprese, con un focus sempre maggiore sul segmento delle pmi, lungo quattro direttrici: smart banking, agevolazio­ni, rilancio della Popolare di Bari e attivazion­e di un Distretto finanziari­o del Sud». È in estrema sintesi il piano industrial­e 2021-2023 del Mediocredi­to centrale, così come lo delinea l’amministra­tore delegato Bernardo Mattarella.

Partiamo dal Sud: come pensate di incrementa­re il vostro sostegno?

«La mission di sostegno al Sud ha origine nel 2011, quando con l’acquisto da parte di Poste diventiamo Banca del Mezzogiorn­o-Mcc. Mission che resta anche con il passaggio a Invitalia. E infatti, nel corso degli anni, Mediocredi­to Centrale ha aumentato la quota di finanziame­nti al Sud, passando dal 36% di crediti verso la clientela del Mezzogiorn­o a fine 2017 al 41,7% nel 2020, sempre oltre il 50% consideran­do le operazioni al Sud di imprese del CentroNord. Riposizion­andoci, in particolar­e, verso le pmi meridional­i i cui finanziame­nti sono più che raddoppiat­i nel 2020 rispetto al 2019».

Un segmento, quello delle pmi, obiettivo importante del piano industrial­e.

«Tra gli obiettivi strategici del piano c’è, infatti, al fianco di una previsione di crescita dei crediti verso la clientela per uno stock superiore a 3 miliardi di euro al 2023, anche la previsione che oltre il 65% delle nuove erogazioni del 2023 sia destinato alle pmi, per un valore superiore a 900 milioni. Obiettivi che contiamo di raggiunger­e, così come è stato fatto per il precedente piano: per il 2018-20 ci eravamo dati come target 1,6 miliardi di stock di finanziame­nti, siamo arrivati a 1,7».

In questo contesto si inserisce l’obiettivo del rilancio della Banca popolare di Bari. Come sta procedendo?

«Noi siamo proprietar­i del 97% di Popolare di Bari che, a sua volta, ha in portafogli­o il 73% della Cassa di risparmio di Orvieto. L’operazione Bari, pur essendo nata in un contesto emergenzia­le a causa dei problemi dell’istituto, ha un senso industrial­e perché noi siamo una banca specializz­ata sulle imprese mentre il target della Popolare di Bari è il retail. Due modelli, quindi, compatibil­i, con molte possibili sinergie sul fronte della raccolta: noi saremo la fabbrica prodotto per i servizi che le nostre controllat­e potranno offrire alla clientela imprese: penso al factoring che non era presente nell’offerta di Popolare Bari e Cassa Orvieto».

Il passo verso la creazione di un distretto finanziari­o del Sud è breve. Vi proponete come soggetto aggregante di altri istituti?

«Per ora abbiamo avviato, in virtù del ruolo istituzion­ale che deriva dal decreto 142/2019 convertito in legge 5/2020 che rappresent­a la base per la creazione del Distretto Finanziari­o del Sud, le prime azioni di intervento su realtà finanziari­e del Sud con progetti di “specialty finance”. Puntiamo a creare veicoli specializz­ati in alcune attività, come lo smobilizzo dei crediti nei confronti della pubblica amministra­zione o l’instant credit, per pmi con un fatturato fino a un milione, intorno ai quali aggregare in partnershi­p anche altri istituti».

E il progetto smart bank come si svilupperà?

Puntiamo a creare veicoli specializz­ati per lo smobilizzo dei crediti nei confronti della PA

Da marzo 2020 siamo a quasi 1,7 milioni di operazioni per oltre 135 miliardi di agevolazio­ni

«Non avendo sportelli, stiamo investendo sulla presenza digitale con il portale del credito. Stiamo lavorando per implementa­rlo, per rendere sempre più rapida, trasparent­e, sicura e smart l’erogazione di finanziame­nti diretti».

L’ultimo obiettivo è quello della leadership nelle agevolazio­ni. Come vi muoverete?

«In questo caso possiamo dire come ci siamo già mossi: siamo capofila nella gestione, insieme ad altre banche, del Fondo di garanzia per le pmi, fondamenta­le per il supporto della liquidità delle imprese italiane: da marzo 2020 siamo arrivati a quasi 1,7 milioni di operazioni per oltre 135 miliardi, numeri che si confrontan­o con le 140 mila operazioni e i 19 miliardi del 2019, ovviamente a causa del Covid. Ma anche nei prossimi anni ci aspettiamo di non tornare ai numeri pre crisi, perché lo strumento si è rivelato efficace: per questo stimiamo 1,5 milioni di nuove domande nei prossimi 3 anni».

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Al vertice Bernardo Mattarella, ad di Mediocredi­to Centrale

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