Corriere della Sera

L’incoscienz­a della movida e i controlli che mancano

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Ormai è come un rito: il fine settimana che precede l’entrata in fascia arancione o rossa si trasforma in una festa di piazza con le persone accalcate fuori dai locali, i giovani ammassati in strada, i ristoranti e i bar pieni, la fila fuori e dentro i negozi. Quanto accaduto sabato sera ai Navigli con il rave party organizzat­o da un centinaio di ragazzi, la discoteca sotto le stelle e poi la rissa notturna, appare però incredibil­e. Così come incredibil­i sono gli assembrame­nti nelle località di mare della fascia gialla. Tante volte ci si è appellati al buon senso dei cittadini, evidenzian­do come sia indispensa­bile per far scendere questa maledetta curva epidemiolo­gica, tenere la mascherina, rimanere distanziat­i, evitare i comportame­nti promiscui. Un messaggio che evidenteme­nte non ha convinto. Tutti negazionis­ti? Siamo tutti stanchi di restrizion­i e divieti. Ma per battere questo virus bisogna continuare a rispettarl­i, fino a che il vaccino — o un’eventuale cura — non ci consenta di raggiunger­e l'immunità di gregge. Per battere l’incoscienz­a di chi mette a rischio la propria salute e quella degli altri la strada, invece, è più semplice. Basterebbe far entrare in vigore le ordinanze del ministero della Salute il mercoledì. E presidiare i luoghi della movida. L’elenco è noto, basta mandare le pattuglie.

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