L’incoscienza della movida e i controlli che mancano
Ormai è come un rito: il fine settimana che precede l’entrata in fascia arancione o rossa si trasforma in una festa di piazza con le persone accalcate fuori dai locali, i giovani ammassati in strada, i ristoranti e i bar pieni, la fila fuori e dentro i negozi. Quanto accaduto sabato sera ai Navigli con il rave party organizzato da un centinaio di ragazzi, la discoteca sotto le stelle e poi la rissa notturna, appare però incredibile. Così come incredibili sono gli assembramenti nelle località di mare della fascia gialla. Tante volte ci si è appellati al buon senso dei cittadini, evidenziando come sia indispensabile per far scendere questa maledetta curva epidemiologica, tenere la mascherina, rimanere distanziati, evitare i comportamenti promiscui. Un messaggio che evidentemente non ha convinto. Tutti negazionisti? Siamo tutti stanchi di restrizioni e divieti. Ma per battere questo virus bisogna continuare a rispettarli, fino a che il vaccino — o un’eventuale cura — non ci consenta di raggiungere l'immunità di gregge. Per battere l’incoscienza di chi mette a rischio la propria salute e quella degli altri la strada, invece, è più semplice. Basterebbe far entrare in vigore le ordinanze del ministero della Salute il mercoledì. E presidiare i luoghi della movida. L’elenco è noto, basta mandare le pattuglie.