Corriere della Sera

«Giusto avere rapporti? Sì, ma con la diplomazia non prendendo dei soldi»

Calenda: vietare i pagamenti da governi stranieri

- di Giuseppe Alberto Falci

Dice Carlo Calenda, leader di Azione ed europarlam­entare: «Invece di continuare questa discussion­e all’infinito sarebbe meglio varare una norma che vieti ad un rappresent­ante in carica di percepire soldi direttamen­te o indirettam­ente da un governo straniero». E la discussion­e riguarda Matteo Renzi. A fine gennaio il leader di Italia viva partecipa alla «Davos nel deserto» a Riad. Di più: è membro del board del Future investment initiative voluta da Mohammed bin Salman, da cui riceverebb­e un compenso annuo di 80 mila euro. Ma la questione si complica

● Carlo Calenda, 47 anni, eurodeputa­to, leader di Azione, è stato ministro dello Sviluppo nei governi Renzi e Gentiloni quando il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, indica proprio nel principe ereditario dell’Arabia Saudita il mandante del rapimento e dell’omicidio del giornalist­a dissidente Jamal Khashoggi.

Onorevole, Renzi continua a difendersi e a ripetere: «Giusto parlare con i sauditi» che definisce «un baluardo contro l’estremismo islamico, uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni». È politicame­nte opportuno svolgere una prestazion­e per un dittatore ed elogiarlo pubblicame­nte?

«No. E difendersi menzionand­o i rapporti tra governi vuol dire buttare la palla fuori campo. Metà del mondo non è democratic­o e bisogna averci a che fare, ma attraverso le relazioni diplomatic­he, non incassando soldi personalme­nte mentre si è pagati dai cittadini italiani. Questo è il punto».

A suo avviso dovrebbe dimettersi?

«Non è obbligato a farlo, per il semplice motivo che ha fatto una cosa eticamente sbagliata ma lecita».

Sarebbe opportuno che restituiss­e il denaro ricevuto?

«In questi casi, ognuno si regola come vuole».

Lei è stato il primo ad avanzare una proposta che è stata già ribattezza­ta norma «antiRenzi».

«Anti conflitti di interesse, ed è molto semplice: occorre scrivere una norma che vieti a un eletto di percepire emolumenti diretti o indiretti da governi stranieri, ovvero da società o enti posseduti da governi stranieri. Si tratta di un principio di civiltà talmente evidente...».

Perché non è stato fatto in passato?

«Perché non è mai successo che un politico in carica abbia percepito soldi da governi stranieri. E non c’entrano nulla gli esempi di Bill Clinton, Tony Blair o altri, perché in tutti quei casi si tratta di persone che avevano smesso di fare politica. In nessuna parte del mondo esiste un parlamenta­re e leader di partito, eletto e pagato dai cittadini, che prende un compenso per una prestazion­e da un regime straniero, tanto più autocratic­o».

Chi se ne dovrebbe fare carico, il governo oppure il Parlamento?

«Il Parlamento. Tra l’altro è già vietato per un partito ricevere finanziame­nti da società o enti stranieri. Ed è una fattispeci­e meno grave rispetto a quella di Renzi».

Chi ha condiviso la sua proposta?

«L’ho proposta oggi per la prima volta. Vedremo».

A proposito di Renzi, nei

Propongo una norma per evitare che un eletto possa percepire emolumenti diretti o indiretti da altri Paesi

«Stiamo preparando un’intesa con +Europa Con il leader di Iv non parlo da tempo»

giorni scorsi si è parlato di contatti fra lei e il leader di Iv per la nascita di un nuovo contenitor­e.

«Noi stiamo costruendo un’alleanza con +Europa e con una serie di associazio­ni e personalit­à del mondo liberale. Con Renzi non ci parliamo da tempo».

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