«Giusto avere rapporti? Sì, ma con la diplomazia non prendendo dei soldi»
Calenda: vietare i pagamenti da governi stranieri
Dice Carlo Calenda, leader di Azione ed europarlamentare: «Invece di continuare questa discussione all’infinito sarebbe meglio varare una norma che vieti ad un rappresentante in carica di percepire soldi direttamente o indirettamente da un governo straniero». E la discussione riguarda Matteo Renzi. A fine gennaio il leader di Italia viva partecipa alla «Davos nel deserto» a Riad. Di più: è membro del board del Future investment initiative voluta da Mohammed bin Salman, da cui riceverebbe un compenso annuo di 80 mila euro. Ma la questione si complica
● Carlo Calenda, 47 anni, eurodeputato, leader di Azione, è stato ministro dello Sviluppo nei governi Renzi e Gentiloni quando il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, indica proprio nel principe ereditario dell’Arabia Saudita il mandante del rapimento e dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.
Onorevole, Renzi continua a difendersi e a ripetere: «Giusto parlare con i sauditi» che definisce «un baluardo contro l’estremismo islamico, uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni». È politicamente opportuno svolgere una prestazione per un dittatore ed elogiarlo pubblicamente?
«No. E difendersi menzionando i rapporti tra governi vuol dire buttare la palla fuori campo. Metà del mondo non è democratico e bisogna averci a che fare, ma attraverso le relazioni diplomatiche, non incassando soldi personalmente mentre si è pagati dai cittadini italiani. Questo è il punto».
A suo avviso dovrebbe dimettersi?
«Non è obbligato a farlo, per il semplice motivo che ha fatto una cosa eticamente sbagliata ma lecita».
Sarebbe opportuno che restituisse il denaro ricevuto?
«In questi casi, ognuno si regola come vuole».
Lei è stato il primo ad avanzare una proposta che è stata già ribattezzata norma «antiRenzi».
«Anti conflitti di interesse, ed è molto semplice: occorre scrivere una norma che vieti a un eletto di percepire emolumenti diretti o indiretti da governi stranieri, ovvero da società o enti posseduti da governi stranieri. Si tratta di un principio di civiltà talmente evidente...».
Perché non è stato fatto in passato?
«Perché non è mai successo che un politico in carica abbia percepito soldi da governi stranieri. E non c’entrano nulla gli esempi di Bill Clinton, Tony Blair o altri, perché in tutti quei casi si tratta di persone che avevano smesso di fare politica. In nessuna parte del mondo esiste un parlamentare e leader di partito, eletto e pagato dai cittadini, che prende un compenso per una prestazione da un regime straniero, tanto più autocratico».
Chi se ne dovrebbe fare carico, il governo oppure il Parlamento?
«Il Parlamento. Tra l’altro è già vietato per un partito ricevere finanziamenti da società o enti stranieri. Ed è una fattispecie meno grave rispetto a quella di Renzi».
Chi ha condiviso la sua proposta?
«L’ho proposta oggi per la prima volta. Vedremo».
A proposito di Renzi, nei
Propongo una norma per evitare che un eletto possa percepire emolumenti diretti o indiretti da altri Paesi
«Stiamo preparando un’intesa con +Europa Con il leader di Iv non parlo da tempo»
giorni scorsi si è parlato di contatti fra lei e il leader di Iv per la nascita di un nuovo contenitore.
«Noi stiamo costruendo un’alleanza con +Europa e con una serie di associazioni e personalità del mondo liberale. Con Renzi non ci parliamo da tempo».