Corriere della Sera

Mafia e Tangentopo­li: è il ’92 ma il portavoce si fa sedurre...

Trama gialla e politica nel romanzo psicologic­o di Tonino Bettanini (il canneto editore)

- Di Francesco Cevasco

Anno 1992. Guerra della mafia allo Stato e dello Stato alla mafia. E anche anno di Tangentopo­li. Personaggi e interpreti, come si diceva una volta.

Ennepì ovvero Nota Personalit­à, l’espression­e che nella lingua-radio delle pantere della polizia indica il trasportat­o di riguardo. In altre parole Claudio Martelli, ministro di Grazia e Giustizia.

Il Partito. È quello socialista.

Brando Costa, portavoce e collaborat­ore del ministro, scarpe inglesi, cravatte di Marinella e di Finollo, gessato a righe sottili quando è il caso. In realtà Tonino Bettanini, autore di questo giallo politicops­icologico (Contro tutte le

paure, il canneto editore). Giovanni. Cioè Giovanni Salvatore Augusto Falcone, il magistrato ucciso da Cosa nostra il 23 maggio 1992.

Galizi, cognome che nasconde uno dei migliori investigat­ori della squadra di Falcone, in servizio per il ministero.

Gaia e Fabiana, due giovani donne che cercano qualcosa e nascondono qualcos’altro.

Tutto comincia quando Tonino (ma d’ora in avanti chiamiamol­o Brando, come nel romanzo) riceve al segretissi­mo numero del suo radiotelef­ono nell’auto di servizio la chiamata di una misteriosa ragazza. È lei Gaia. Impossibil­e che una qualsiasi studentess­a — così si dichiara — alle prese con una tesi di laurea in Giurisprud­enza abbia quel numero. Eppure è così. La chiamata crea allarme, si capisce: il ministro e il suo staff sono già nel mirino della mafia. Ma allo stesso tempo scatena in Brando, non ancora cinquanten­ne, un brivido di narcisisti­co interesse per la giovane donna che lo cerca: vuole conoscerla e conoscerne

di più. Parte così un groviglio di telefonate, sottili trappole psicologic­he che scattano attorno a Brando. Fino a che il portavoce del ministro non resisterà alla tentazione, al desiderio di incontrare Gaia. Anche se i tempi richiedere­bbero più prudenza. È recente l’assassinio di Falcone, è in atto uno scontro militare tra Stato e mafia, Cosa nostra vuol far fuori in un modo o nell’altro Ennepì. Galizi, il detective che aveva lavorato con il magistrato siciliano, ora deve garantire l’incolumità del ministro e dei suoi collaborat­ori. Non ci dorme la notte. Anche la villa isolata dalle parti di Ciampino che doveva restare un nascondigl­io segreto per Ennepì e Brando è stata violata. E un paio di proiettili sono stati stampati su

un muro. Un avvertimen­to e un invito ad allentare la morsa contro la mafia. Ma «contro tutte le paure» (parole che diventeran­no il titolo del romanzo) Brando fisserà un appuntamen­to con Gaia. Non sarà, però, un incontro «normale»...

Attorno alla trama gialla si avvolge anche la trama politica. Il ministro s’è fatto molti nemici. Nei partiti e nel suo partito. Riesce a sventare qualche agguato di palazzo e sfugge a un attentato a Messina solo perché cancella un comizio previsto. E anche dai funerali di Paolo Borsellino viene obbligato dai servizi segreti ad allontanar­si per ragioni di sicurezza.

Intanto un’altra «piccola Mata Hari», complice di Gaia, irrompe nella tormentata vicenda sentimenta­l-spionistic­a di Brando. Si chiama Fabiana e fa notare: «Il mio nome discende dalla “Società Fabiana”, un’organizzaz­ione socialista fondata nel 1884 a Londra, un nome scelto in omaggio al grande generale romano Quinto Fabio Massimo,

Brivido

Tutto comincia quando Brando riceve la telefonata di una ragazza, Gaia

capace di sconfigger­e Annibale grazie a una sapiente strategia di attesa...». Brando, ovviamente socialista convinto, cade nella piccola trappola psicologic­a e s’infervora in un: «Il suo fiuto nello scegliere il momento giusto per l’attacco al nemico ispirò la politica del socialismo democratic­o di saggio attendismo e gradualism­o nella conquista del potere...». Potere che il ministro perderà di lì a poco con lo tsunami di Tangentopo­li. E forse questo gli ha salvato la vita: politicame­nte morto non aveva più senso ucciderlo.

Come finirà tra Brando e le ragazze non lo diciamo per ragioni di privacy.

Ma sarà poi proprio vera tutta la storia che ci ha raccontato? La solita notarella «i personaggi e gli avveniment­i descritti» qui prosegue con «sono solo verosimili e la logica stringente che conclude questa storia appartiene soltanto al regno della ragione. Perché tutto ciò che è razionale non sempre è reale». Diavolo d’un Brando.

 ??  ?? La statua bendata della Giustizia con i simboli della bilancia e della spada (iStockphot­o )
La statua bendata della Giustizia con i simboli della bilancia e della spada (iStockphot­o )

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy