Mafia e Tangentopoli: è il ’92 ma il portavoce si fa sedurre...
Trama gialla e politica nel romanzo psicologico di Tonino Bettanini (il canneto editore)
Anno 1992. Guerra della mafia allo Stato e dello Stato alla mafia. E anche anno di Tangentopoli. Personaggi e interpreti, come si diceva una volta.
Ennepì ovvero Nota Personalità, l’espressione che nella lingua-radio delle pantere della polizia indica il trasportato di riguardo. In altre parole Claudio Martelli, ministro di Grazia e Giustizia.
Il Partito. È quello socialista.
Brando Costa, portavoce e collaboratore del ministro, scarpe inglesi, cravatte di Marinella e di Finollo, gessato a righe sottili quando è il caso. In realtà Tonino Bettanini, autore di questo giallo politicopsicologico (Contro tutte le
paure, il canneto editore). Giovanni. Cioè Giovanni Salvatore Augusto Falcone, il magistrato ucciso da Cosa nostra il 23 maggio 1992.
Galizi, cognome che nasconde uno dei migliori investigatori della squadra di Falcone, in servizio per il ministero.
Gaia e Fabiana, due giovani donne che cercano qualcosa e nascondono qualcos’altro.
Tutto comincia quando Tonino (ma d’ora in avanti chiamiamolo Brando, come nel romanzo) riceve al segretissimo numero del suo radiotelefono nell’auto di servizio la chiamata di una misteriosa ragazza. È lei Gaia. Impossibile che una qualsiasi studentessa — così si dichiara — alle prese con una tesi di laurea in Giurisprudenza abbia quel numero. Eppure è così. La chiamata crea allarme, si capisce: il ministro e il suo staff sono già nel mirino della mafia. Ma allo stesso tempo scatena in Brando, non ancora cinquantenne, un brivido di narcisistico interesse per la giovane donna che lo cerca: vuole conoscerla e conoscerne
di più. Parte così un groviglio di telefonate, sottili trappole psicologiche che scattano attorno a Brando. Fino a che il portavoce del ministro non resisterà alla tentazione, al desiderio di incontrare Gaia. Anche se i tempi richiederebbero più prudenza. È recente l’assassinio di Falcone, è in atto uno scontro militare tra Stato e mafia, Cosa nostra vuol far fuori in un modo o nell’altro Ennepì. Galizi, il detective che aveva lavorato con il magistrato siciliano, ora deve garantire l’incolumità del ministro e dei suoi collaboratori. Non ci dorme la notte. Anche la villa isolata dalle parti di Ciampino che doveva restare un nascondiglio segreto per Ennepì e Brando è stata violata. E un paio di proiettili sono stati stampati su
un muro. Un avvertimento e un invito ad allentare la morsa contro la mafia. Ma «contro tutte le paure» (parole che diventeranno il titolo del romanzo) Brando fisserà un appuntamento con Gaia. Non sarà, però, un incontro «normale»...
Attorno alla trama gialla si avvolge anche la trama politica. Il ministro s’è fatto molti nemici. Nei partiti e nel suo partito. Riesce a sventare qualche agguato di palazzo e sfugge a un attentato a Messina solo perché cancella un comizio previsto. E anche dai funerali di Paolo Borsellino viene obbligato dai servizi segreti ad allontanarsi per ragioni di sicurezza.
Intanto un’altra «piccola Mata Hari», complice di Gaia, irrompe nella tormentata vicenda sentimental-spionistica di Brando. Si chiama Fabiana e fa notare: «Il mio nome discende dalla “Società Fabiana”, un’organizzazione socialista fondata nel 1884 a Londra, un nome scelto in omaggio al grande generale romano Quinto Fabio Massimo,
Brivido
Tutto comincia quando Brando riceve la telefonata di una ragazza, Gaia
capace di sconfiggere Annibale grazie a una sapiente strategia di attesa...». Brando, ovviamente socialista convinto, cade nella piccola trappola psicologica e s’infervora in un: «Il suo fiuto nello scegliere il momento giusto per l’attacco al nemico ispirò la politica del socialismo democratico di saggio attendismo e gradualismo nella conquista del potere...». Potere che il ministro perderà di lì a poco con lo tsunami di Tangentopoli. E forse questo gli ha salvato la vita: politicamente morto non aveva più senso ucciderlo.
Come finirà tra Brando e le ragazze non lo diciamo per ragioni di privacy.
Ma sarà poi proprio vera tutta la storia che ci ha raccontato? La solita notarella «i personaggi e gli avvenimenti descritti» qui prosegue con «sono solo verosimili e la logica stringente che conclude questa storia appartiene soltanto al regno della ragione. Perché tutto ciò che è razionale non sempre è reale». Diavolo d’un Brando.