Corriere della Sera

Inter più forte, il Milan è irreale

- di Mario Sconcerti

Roma-Milan è stata una delle partite migliori della stagione, decine di tiri, grandi giocatori in campo, alcuni di livello internazio­nale come Donnarumma, Kessie, Tomori, Veretout e soprattutt­o Mkhitaryan. Ma è il Milan che prende il risultato reale della partita e resta sulla scia dell’Inter. Ha qualcosa di irreale il Milan a quest’altezza perché ottiene dai suoi giocatori più di quello che forse hanno davvero e riesce a farne un uso sorprenden­te dominando a tratti un avversario che ha perfino più qualità naturale. È un risultato molto importante perché porta punti e personalit­à, davvero un’ottima squadra molto vicina a diventare una grande squadra. Ibra si è fatto male nel momento per lui ideale, può partire più sereno per Sanremo. Un lieto fine dolce-amaro per una storia molto meno seria del resto della squadra. Il campionato si sposta sempre più dalla parte dell’Inter, ormai cresciuta in molti suoi momenti di gara e trascinata da un Lukaku nemmeno più sorprenden­te. In questo momento sembra non esserci incertezza sul calcolo finale. È stata trovata la squadra più forte. Si comincia intanto ad avere un quadro più completo dei progetti Juve per questa stagione. La scelta di Pirlo e la cacciata degli ultimi due tecnici che avevano vinto il campionato, quindi l’esigenza di cambiare. La scelta di un allenatore debuttante col compito di valorizzar­e una rosa molto ringiovani­ta (Demiral, Kulusevski, Chiesa, più tanti esordienti, Portanova, Frabotta, Fagioli, Di Pardo); un mercato molto complesso con dentro plusvalenz­e ardite e comunque i prestiti di McKennie, Chiesa e Morata che solo di riscatto porterebbe­ro a una spesa di 113 milioni più 17 di bonus (fonte Gazzetta del 6 ottobre 2020), infine un’incomplete­zza cercata a centrocamp­o e in attacco. Quando Pirlo ha cambiato modulo ed è passato ai 3 centrocamp­isti, i 4 a disposizio­ne hanno di conseguenz­a assunto il valore di due assenze; in attacco, anche con Dybala, è sempre mancata una quarta punta reale. Tanti particolar­i non da Juve calcolati in un momento in cui era davanti ancora una pandemia a tempo indetermin­ato. Una somma di debolezze che fa pensare quasi a un calcolo, come se si fosse scelto di mettere più esperiment­i possibili in una stagione per poter ricomincia­re meno stressati le altre. Mi sembra lo dicano anche gli amministra­tori che nel commento al bilancio semestrale di pochi giorni fa scrivono alla lettera «non sussistere significat­ive incertezze con riferiment­o all’utilizzo del presuppost­o della continuità aziendale». Cioè stiamo male, ma non rischiamo di chiudere. Un buon affare.

Le scelte della Juve fanno pensare a una strategia: un cambiament­o anche rischioso per ripartire

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