Corriere della Sera

Vittoria, la top model: presentatr­ice per caso ma saprò improvvisa­re

«Sorpresa anch’io, pensavo di essere solo un’ospite»

- Michela Proietti

Anche per chi ha sfilato per gli stilisti più importanti, c’è una passerella che fa la differenza. «Solo quando sarò arrivata in fondo allo scalone di Sanremo potrò dire: ok, puoi rilassarti». Vittoria Ceretti è la supermodel­la bresciana chiamata da Amadeus a co-condurre la terza serata di un Festival diverso, con una platea «remota». «Una top model è abituata, non si accorge di chi ha intorno quando sfila», dice la Ceretti che a soli 14 anni è entrata a far parte dell’agenzia Elite e ha infranto quel tetto di cristallo che non permette alle italiane di arrivare al vertice.

Ha pensato di dire «no» a Sanremo?

«Nemmeno per un minuto: dovevo solo organizzar­mi. È successo tutto in fretta, ma ho pensato che era il momento giusto. Rappresent­are il mio Paese in un momento così delicato è un onore».

Cosa le ha detto Amadeus?

«Che mi seguiva da un po’ di tempo sui social (Vittoria ha 900 mila follower su Instagram, ndr). All’inizio ho pensato di essere un’ospite: poi ho capito che era un ruolo più importante».

Pochi giorni fa sui social ha criticato gli assembrame­nti fuori dai bar. L’aspettano milioni di telespetta­tori ai quali potrà dire la sua.

«Spero di poter dare un contributo all’empowermen­t femminile: vedere una donna di 23 anni che è su quel palco grazie solo a sacrificio e volontà sia un bel modo per dare grinta alle altre».

Da Brescia, dove è nata nel 1998, alla conquista del mondo.

«Per i primi due anni mia madre mi ha seguita dappertutt­o: era con me anche durante il primo provino. Ad un certo punto ci siamo guardate e ci siamo dette “andiamocen­e”. Erano tutte altissime, di una bellezza ultraterre­na: poi è passato uno dell’agenzia che ci ha detto di rimanere».

È vero che in pochi credono che sia italiana?.

«Forse perché parlo un ottimo inglese. I primi tempi a New York immagazzin­avo tutto quello che mi veniva detto, ma raramente parlavo. Poi una mattina mi sono svegliata e ho sentito il clic: conoscevo l’inglese».

Lei è stata la musa di Karl Lagerfeld.

«Mi parlava tenendomi la mano e mi chiamava Choupette, come la sua adorata gatta: era il compliment­o più grande che poteva fare a una donna. Manca tanto a tutti: era ironico. Giovane dentro».

Nel 2015 è entrata tra le #TOP50 di models.com e nel 2018 era su «Vogue Uk». Ma conduttric­e mai.

«Sono una chiacchier­ona, me la caverò. Voglio vincere una nuova sfida con me stessa: rivivere quella soddisfazi­one provata a 14 anni».

Perché le modelle italiane fanno fatica ad imporsi ?

«Non so darmi una spiegazion­e: forse ci penalizza l’attaccamen­to alla famiglia».

Ha scelto chi la vestirà ?

«Sto facendo varie prove, saranno più stilisti. Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti, a partire da Dolce e Gabbana e Armani che sono stati i primi a credere in me».

Suo marito Matteo Milleri sarà con lei ?

«L’accesso al backstage sarà limitato. Ma la sera in camera troverò qualcuno per lasciarmi andare».

Vi siete sposati lo scorso maggio a Ibiza.

«Eravamo così innamorati che ogni rinvio dovuto al Covid era inutile: ci siamo sposati nella chiesetta di Es Cubells, da soli, e io indossavo un abito di Jacquemus ordinato online tre giorni prima».

Delle conduttric­i del passato si ispirerà a qualcuna?

«Questo sarà il mio viaggio personale, di una ragazza che ha fatto una bellissima carriera ma ha gli stessi amici».

Tre canzoni di Sanremo.

«Luce di Elisa, L’essenziale di Marco Mengoni, Fai rumore di Diodato».

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Passerella Vittoria Ceretti, 22 anni, è una modella di origini bresciane. Su Instagram è seguita da 900 mila follower, tra cui Amadeus che l’ha scoperta così

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