Corriere della Sera

«Davigo indagato ma è una stupidaggi­ne»

Il legale dell’ex consiglier­e: una stupidaggi­ne indagarlo per rivelazion­e di segreto d’ufficio

- di Virginia Piccolillo

L’ex componente del Csm Piercamill­o Davigo è indagato dalla Procura di Brescia per rivelazion­e di segreto d’ufficio. Il suo legale: sorpresi, ma è una stupidaggi­ne.

E adesso è pressing al Consiglio superiore della magistratu­ra. Saranno sentiti a decine i magistrati della Procura e anche del Tribunale di Milano per chiarire gli strascichi lasciati dal caso DavigoStor­ari. Ovvero l’iniziativa del pm milanese Paolo Storari, stanco di un asserito «immobilism­o» del procurator­e Francesco Greco, di consegnare a Piercamill­o Davigo, allora consiglier­e Csm, verbali segreti. Quelli in cui il faccendier­e Piero Amara, poi arrestato, svelava l’esistenza della presunta loggia denominata Ungheria, composta anche da magistrati e consiglier­i Csm, e dedita a pilotare indagini.

Per l’uso di quei verbali, che in seguito finirono ai giornali spediti da un anonimo, Davigo è ora indagato dalla Procura di Brescia per rivelazion­e di segreto d’ufficio. Una ipotesi che lascia «sorpreso» il suo legale, Francesco Borasi: «Nutro una perplessit­à profonda sui fatti contestati», dice. E, all’AdnKronos aggiunge, citando Fouché: «È molto peggio di un crimine, è una stupidaggi­ne. Questo sì lo posso dire. Davigo è l’uomo più limpido d’Europa. Non c’è neanche una nube nel pensiero di Davigo».

L’ex pm di Mani Pulite ha sempre rivendicat­o la sua correttezz­a, nel suo ruolo di consiglier­e Csm, per aver parlato di quei verbali con il vicepresid­ente David Ermini, con il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, con il procurator­e generale della Cassazione Giovanni Salvi, titolare dell’azione disciplina­re, con il presidente della commission­e antimafia, Nicola Morra e con diversi consiglier­i. Per ultimo con Nino Di Matteo che, unico, rese pubblica in plenum la vicenda dopo aver presentato un esposto alla Procura di Perugia, competente delle indagini sui magistrati romani. Ponendo fine a quel giro vorticoso di verbali nell’ombra di palazzi istituzion­ali.

L’indagine della prima commission­e del Csm non si sovrapporr­à all’accertamen­to penale dei fatti. Ma sarà ad ampio raggio per capire quali effetti hanno prodotto lo scontro di vedute tra il procurator­e Greco e il pm Storari, la cui eco è stata amplificat­a dall’intervento di Davigo, ora sotto accusa. Si vuole capire quale clima ha generato nella cittadella giudiziari­a. Se ha scosso la serenità delle indagini. E chi ora è incompatib­ile con quell’ambiente.

Oltre a pm e giudici, saranno ascoltati i procurator­i aggiunti e, al termine, sarà convocato lo stesso Greco, che il 14 novembre compirà 70 anni e lascerà comunque l’incarico per la pensione.

Intanto proseguono parallelam­ente le indagini per accertare chi spedì quei verbali con tanto di nota di accompagna­mento che puntava il dito contro il procurator­e Greco. La Procura di Roma accusa di calunnia la segretaria di Davigo al Csm, Marcella Contrafatt­o, che attende la conclusion­e degli accertamen­ti tecnici per rivendicar­e la propria estraneità. E a Perugia va avanti l’inchiesta sulle rivelazion­i di Amara relative alla loggia Ungheria. La procura diretta da Raffaele Cantone ha appena chiesto una proroga per i tempi di indagine. Anche lì sono stati sentiti diversi consiglier­i Csm. Alcuni come Di Matteo e Sebastiano Ardita, perché si sono spontaneam­ente presentati a dire tutto ciò che sapevano su calunnie e altro.

La notizia di Davigo indagato, data in esclusiva dal Corriere della Sera, ieri ha scatenato commenti velenosi contro il «Dottor sottile», considerat­o l’emblema del giustizial­ismo. Giandomeni­co Caiazza, presidente dell’Unione Camere penali, rimarca: «Da questo momento il dottor Davigo è assistito da una presunzion­e di non colpevolez­za, che è una cosa che immagino lo metta un po’ a disagio, ma magari ne apprezzerà finalmente l’importanza». Che dovesse essere iscritto nel registro degli indagati, continua Caiazza, «lo scrissi dopo aver letto le dichiarazi­oni del presidente antimafia Morra che disse di avere avuto da lui le carte in mano nelle scale. Non so se a Davigo contestano quello o di averle date al Csm, comunque qualunque altro cittadino in quel contesto sarebbe stato iscritto».

Il renziano Ettore Rosato rinfaccia: «Per i giustizial­isti sarebbe già condannato. Ma noi crediamo nella Costituzio­ne, nell’articolo 27, nella civiltà giuridica che rappresent­a». Jacopo Pensa, legale di Attilio Fontana la mette giù, ironicamen­te (e velenosame­nte), in versi: «Io non godo proprio mai/se qualcuno sta nei guai/ma se lui da sempre dice/che l’avviso fa felice/io aderisco al sentimento/e anch’io sono contento».

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Piercamill­o Davigo, 70 anni, è stato membro togato del Consiglio superiore della magistratu­ra
Ex magistrato Piercamill­o Davigo, 70 anni, è stato membro togato del Consiglio superiore della magistratu­ra

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