Corriere della Sera

Tassa globale al 15%: basterà?

L’imposta minima prevista a carico delle multinazio­nali è un passo avanti, con qualche dubbio. L’Economia in edicola domani gratis con il Corriere

- Alessandra Puato

La nuova tassa mondiale approvata dal G20 a guida italiana — misura più larga della web tax, si chiama infatti Global minimum tax, era stata concordata all’Ocse con il sì di 131 Paesi su 139 — impone un’imposta minima del 15% alle multinazio­nali, giganti di Internet compresi. L’obiettivo è rendere poco convenient­e ai grandi gruppi stabilirsi nei paradisi fiscali. È un passo avanti oppure no?

Sì, ma qualche dubbio resta, scrive Ferruccio de Bortoli sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano. «Primo e non trascurabi­le effetto

Le aziende

Visa Europe cerca le piccole imprese, il Conai tocca il record nel riciclo d’imballaggi

dell’intesa — scrive de Bortoli — è il tramonto della digital service tax europea. Condizione posta dall’amministra­zione americana. E accettata da Bruxelles. Finiscono dunque di fatto nel già ingombro cestino delle misure fiscali temporanee e inconclude­nti due web tax nazionali, quella francese e quella italiana. Entrambe deludenti sul piano degli incassi. Un solo esempio: quella varata da Roma avrebbe dovuto incassare 700 milioni nel 2020, si è fermata a 233». Inoltre. «L’aliquota del 15% non è troppo bassa, come dicono i francesi?», scrive de Bortoli. Gli risponde Tommaso Di Tanno, professore di Diritto tributario: «Certo, è inferiore alla minore delle aliquote Irpef, ma si applica ai grandi gruppi. Conta il segnale, la volontà politica».

A proposito di volontà politica ed equità, si riaccende la fiamma sotto il pentolone sobbollent­e del Reddito di cittadinan­za. Matteo Renzi chiede a testa d’ariete un referendum per abolirlo, fioriscono le proposte di misure alternativ­e e, comunque , di maggiori controlli. Il settimanal­e in edicola domani riporta le posizioni di Tiziano Treu, presidente del Cnel ed ex ministro del Lavoro, e Tommaso Nannicini, senatore del Pd, segnalando l’anomalia di una misura che tiene insieme il contrasto alla povertà con la lotta alla disoccupaz­ione.

Torna in ballo la riforma del welfare, insomma. Ma è chiaro che dietro al mantenimen­to dell’occupazion­e c’è la ripresa dell’economia: le aziende in crisi ripartiran­no, e come? L’economista Innocenzo Cipolletta, riconferma­to alla presidenza dell’Aifi (l’associazio­ne del private equity), ha un’idea: far gestire ai fondi (privati) parte di Patrimonio Rilancio, lo strumento (pubblico) per ricapitali­zzare le aziende colpite dal Covid. Perché la selezione dei meritevoli sia efficace e affluiscan­o più capitali alle imprese.

In copertina va Nicoletta Spagnoli, amministra­trice delegata della casa di moda Luisa Spagnoli. Veste la duchessa di Cambridge e dichiara: «Non chiuderemo negozi, non venderemo. È tornata la voglia di vestirsi bene». Tra i personaggi anche Charlotte Hogg, la ceo di Visa Europe, che vuole espandere i pagamenti senza contanti alle piccole imprese. Proprio alle Pmi si sono impennati i prestiti da parte delle fintech quest’anno, scrive il settimanal­e. Che racconta anche in dettaglio come cambierà Milano con la riqualific­azione di Piazzale Loreto.

Nella sezione Risparmio trovate una guida per investire i rimborsi degli sgravi fiscali, dal Superbonus al Bonus verde.

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