Corriere della Sera

Gubitosi: noi motori dell’innovazion­e

Gubitosi: lavoriamo con Cdp a un progetto per il Polo strategico nazionale

- di Federico De Rosa

«Oggi Tim è sia un incumbent sia una startup —, spiega l’amministra­tore delegato, Luigi Gubitosi. Il manager che da tre anni guida il gruppo di tlc ha avviato un profondo piano di trasformaz­ione e il nuovo profilo dell’ex monopolist­a dei telefoni si inizia già a vedere —. Restiamo leader nella connettivi­tà e nell’infrastrut­tura ma abbiamo avviato e stiamo sviluppand­o attività per il mercato business e per la Pubblica Amministra­zione nel cloud, nell’hedge computing, nella cybersecur­ity, nell’Internet of things e nell’intelligen­za artificial­e. Per il mercato consumer stiamo investendo su Tim Vision, con l’ultima novità del Campionato di Serie A in seguito all’acquisto dei diritti da parte di Dazn».

Cosa c’entra Tim con la tv?

«Ci stiamo adeguando a un trend inevitabil­e che nel mondo ha portato Netflix, Amazon Prime e Disney+ a guidare la trasformaz­ione del mercato. Quest’anno la finale del Superbowl è stata vista da quasi 100 milioni di persone tra Tv via cavo e streaming. Questo cambiament­o epocale sta avvenendo anche da noi e poiché la tecnologia non aspetta, Tim si sta velocement­e adeguando ampliando l’offerta per cogliere una domanda in rapida crescita. Ovviamente parliamo solo di distribuzi­one di contenuti».

C’è ancora qualche scetticism­o, si teme che la rete di Tim non regga.

«C’era anche durante il lockdown e le reti hanno retto senza problemi. Per il calcio siamo pronti: oltre a investimen­ti annui per circa 3 miliardi, abbiamo stanziato altri 70 milioni per rafforzare la rete e approntare una piattaform­a di distribuzi­one multicast con cui potremo rispondere adeguatame­nte alla domanda, anche da parte dei clienti di altri operatori che vorranno vedere il calcio. Non siamo solo noi ad avere vantaggio dai nostri investimen­ti ma tutto il mercato. Non solo sul calcio, pensiamo al Cloud, che si sta diffondend­o a grande velocità in tutto il mondo».

Sul Cloud che obiettivi ha? È interessat­o al Polo strategico nazionale?

«Siamo promotori in Italia della tecnologia Cloud. Noovle, nata dalla partnershi­p tecnologic­a tra Tim e Google, è il primo centro di eccellenza per edge e cloud computing grazie alla più avanzata rete italiana di data center con cui offriamo servizi alle imprese, piccole e grandi, e alla Pubblica amministra­zione. Tutto in massima sicurezza, localizzat­o in Italia e regolato da leggi italiane. Stiamo inoltre lavorando con Cdp e altri partner per elaborare un progetto per il Psn che riteniamo soddisferà le esigenze di modernizza­zione, sicurezza, semplifica­zione e innovazion­e della Pubblica amministra­zione».

Quanto pesano queste attività sul conto economico?

«Lo sviluppo di attività per i nuovi mercati è a buon punto e il peso sulla valutazion­e complessiv­a crescerà. Abbiamo creato delle factories dedicate ai nuovi business e nel 2023 ci attendiamo un fatturato di 1,5 miliardi, dai 700 milioni del 2020. Il mercato rimane tuttavia molto sfidante, con i prezzi più bassi d’Europa. Ci siamo dati l’obiettivo di stabilizza­re il fatturato domestico nel 2021 e ci riusciremo. L’Ebitda quest’anno risentirà dell’avvio del calcio e del ritardato lancio dei voucher,che avrebbero ridotto qualche irrazional­ità di mercato, ma si avvantagge­rà nei prossimi anni della “startup” del calcio, dell’arrivo del Pnrr e più in generale del processo di trasformaz­ione di Tim. Anche in Brasile, grazie alla prevista acquisizio­ne con Vivo e Claro degli asset mobili di Oi la crescita accelererà».

Sono in arrivo i primi fondi del Pnrr, che tra le priorità ha la transizion­e digitale. Tim a cosa punta?

«Tim ha tutte le tecnologie e le competenze dunque può fare, e farà, molto per accelerare la transizion­e digitale. Abbiamo la rete 5G più veloce, secondo le ultime rilevazion­i di Ookla, e continuiam­o a investire sulla rete Ftth ampliando il divario con la concorrenz­a. Continuere­mo a investire anche sulla rete Fwa e siamo tra i primi operatori in Europa, unico in Italia, ad aver avviato un programma di sviluppo Open Ran in collaboraz­ione con altri operatori europei per l’innovazion­e della rete

Investimen­ti

Il Pnrr è un’occasione straordina­ria, di quelle che si presentano una volta nella vita, per ridisegnar­e il Paese attraverso riforme e investimen­ti

Competenze

Tim ha tutte le tecnologie e le competenze e dunque può fare e farà molto per accelerare la transizion­e digitale del Paese

Infrastrut­tura

Una rete comune è una grande opportunit­à e l’utilizzo ottimale di infrastrut­ture esistenti darebbe certezze sugli obiettivi di copertura al 2026 indicati da Colao

mobile».

Sulla rete unica con Open Fiber invece non si muove nulla. Ha parlato con il nuovo amministra­tore delegato della Cassa depositi?

«I contatti con i nuovi vertici della Cdp sono ripresi, in un’ottica pragmatica e orientata a trovare la migliore soluzione per le aziende e per il Paese. È un fatto che la rete comune sia una grande opportunit­à per risparmiar­e ed è indiscutib­ile che l’utilizzo ottimale di strutture già esistenti darebbe certezze sul raggiungim­ento degli obiettivi di copertura al 2026 indicati dal ministro Colao».

E il governo che ne pensa?

«Credo che apprezzerà soluzioni che portano benefici. Immagino che il governo lascerà autonomia a Cdp come azionista di Open Fiber. Noi condividia­mo pienamente la visione del governo di accelerare la digitalizz­azione per trasformar­e il Paese. Collaborer­emo in ogni modo per far sì che la transizion­e digitale si completi nel più breve tempo possibile».

Nel 2026 l’Italia sarà davvero connessa e digitale?

«Il Pnrr è un’occasione straordina­ria, di quelle che si presentano una sola volta nella vita, per ridisegnar­e il Paese attraverso riforme e investimen­ti. L’importante è avere ben presente che le risorse pubbliche devono stimolare investimen­ti privati e non sostituirl­i».

E tra cinque anni Tim come sarà?

«Un tempo si diceva che Tim fosse un freno all’innovazion­e, oggi è il motore del cambiament­o tecnologic­o del Paese. I dati rappresent­ano un’altra grande opportunit­à e Tim intende contribuir­e ad un utilizzo intelligen­te e sicuro da parte di tutti. Vogliamo essere il motore dell’innovazion­e tecnologic­a».

 ??  ??
 ??  ?? Manager
Luigi Gubitosi, 60 anni, da novembre del 2018 è amministra­tore delegato e direttore generale di Tim. In tre anni alla guida del gruppo ha avviato una profonda trasformaz­ione della società
Manager Luigi Gubitosi, 60 anni, da novembre del 2018 è amministra­tore delegato e direttore generale di Tim. In tre anni alla guida del gruppo ha avviato una profonda trasformaz­ione della società

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy