Corriere della Sera

Il sì di Fedriga al lasciapass­are: chiudere di nuovo farebbe sembrare il siero inutile

Il leghista presidente della Conferenza delle Regioni: se salgono i ricoveri pensiamo di lasciare aperte le attività soltanto a chi ha già la doppia dose

- di Elisabetta Rosaspina

Gradualità ed equilibrio: «Se torniamo a chiudere come se il vaccino non esistesse, in tanti si convincera­nno che il vaccino è inutile». Quanto al green pass, senza arrivare a definirlo una «c...a» come Matteo Salvini, Massimilia­no Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, opina: «Benvenga, se permetterà di riaprire gli stadi, le discoteche e i grandi eventi». Alle contromisu­re di Parigi, Madrid o Atene verso l’aggressiva variante Delta, Fedriga preferisce comunque la linea meno allarmista di Londra: se sale la curva dei contagi ma, grazie ai vaccini, non quella dei ricoveri, il Covid-19 potrebbe essere presto declassato a influenza stagionale.

Novità dalla Commission­e Salute delle Regioni?

«Sono in arrivo i parametri definitivi per l’assegnazio­ne dei colori alle Regioni. Il nostro documento è quasi pronto. I vaccini stanno funzionand­o molto bene contro la malattia grave e la media nazionale dei ricoveri è al 2%. In Friuli-Venezia Giulia abbiamo il dato più basso: nove pazienti nei reparti Covid e zero in terapia intensiva».

Non la preoccupa che Spagna e Grecia abbiano cominciato invece a ripristina­re il coprifuoco?

Adotterei il green pass per riaprire discoteche stadi e fare eventi Ma serve equilibrio non va richiesto anche al bagno

«Il nostro paragone e il nostro obiettivo si focalizzan­o sui Paesi che sono più avanti con la campagna vaccinale, come la Gran Bretagna. Comportars­i come quando non esisteva il vaccino significa diffondere la convinzion­e che il vaccino non serva».

Ha una strategia per convertire i No vax?

«Non esiste una formula magica, c’è una campagna del governo e ci sono campagne mirate delle Regioni per raggiunger­e i soggetti a rischio. Noi stiamo inviando lettere agli over 60 che ancora non hanno aderito alla campagna vaccinale, spiegando perché è necessaria. Chi è contrario in assoluto difficilme­nte si lascerà convincere, ma c’è una fascia di indecisi ancora troppo condiziona­ta dalle fake news: qualcuno è venuto perfino a dirmi che bisogna isolare per qualche giorno i vaccinati

I controlli delle Regioni negli aeroporti per chi proviene da zone a rischio? Utili anche per i turisti

Convincere i no vax

«Ci sono indecisi condiziona­ti dalle fake news, convinciam­oli mostrandog­li la verità»

perché sono portatori del virus. Occorre contrappor­re la verità alle bugie».

Green pass all’italiana, alla francese o alla Salvini?

«Anche qui serve equilibrio. Concordo con Salvini, il certificat­o non può essere richiesto anche per andare in bagno. Se l’aumento dei contagi è contenuto e le strutture ospedalier­e tengono, può servire però alla ripresa dell’attività di discoteche, stadi, organizzaz­ioni di grandi eventi».

E se la curva dei ricoveri salisse ancora?

«In quel caso, invece di chiusure generalizz­ate, potremmo decidere di aprire tutte le attività solo ai vaccinati. Ma spero non accada: sarebbe ingiusto far soffrire comparti già penalizzat­i».

Concorda con i presidenti di Sardegna e Sicilia sull’obbligo del tampone per i turisti in arrivo?

«Controllar­e gli ingressi dai Paesi ad alto rischio è utile per tutti, anche per gli stessi turisti, che si sentono rassicurat­i dalle misure sanitarie. È una tutela reciproca».

Ritiene che debba esserci reciprocit­à anche con i Paesi esteri che chiedono il green pass ai viaggiator­i italiani?

«Solo dove c’è necessità per motivi di sicurezza, ma non ragionerei in termini di ripicche. Serve il massimo dell’equilibrio o trasformia­mo questa pandemia in una lotta fra tifoserie».

Non lo è già diventata in Italia tra schieramen­ti politici?

«Da presidente di Regione posso solo dire no alle strumental­izzazioni da parte della politica. Si possono commettere errori, ma si deve comunque agire nell’interesse collettivo. Non si può ideologizz­are una pandemia. Anche se, è vero, la tentazione c’è stata».

Personalme­nte, ha aumentato le precauzion­i contro la variante Delta?

«La mia precauzion­e è stata vaccinarmi appena è arrivato il mio turno. Poi continuo a rispettare il distanziam­ento sociale e a indossare la mascherina anche all’aperto nei luoghi affollati».

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