Corriere della Sera

«Abbiamo scovato 81 varianti Ma la situazione non peggiorerà»

Ballabio, direttore del Tigem: solo con i vaccini è possibile impedire al coronaviru­s di replicarsi

- di Margherita De Bac

Andrea Ballabio, direttore del Tigem, l’istituto di Telethon con sede a Pozzuoli: perché un genetista medico che si è sempre interessat­o di genoma umano va a caccia delle varianti virali?

«Ci siamo messi a disposizio­ne della Regione Campania per fare il sequenziam­ento dei tamponi positivi al Sars-CoV-2. Il genoma umano è molto più complesso di quello virale, è bastato riorganizz­are la rete tecnologic­a di cui disponiamo per dedicarci al nuovo progetto senza ovviamente abbandonar­e la ricerca nel campo delle malattie rare, che resta il nostro focus».

Lei sta seguendo l’evoluzione del virus pandemico da quando è comparso in Italia, nel marzo 2020. Ci darà altro filo da torcere, consideran­do le sue capacità trasformis­te?

«Non faccio l’epidemiolo­go né l’immunologo, quindi non mi azzardo a mettere bocca in valutazion­i al di fuori delle mie competenze. Occorre monitorare attentamen­te le varianti, ma non credo assolutame­nte che la situazione evolverà come l’estate scorsa. Oggi ci sono vaccini e inoltre le mutazioni del virus lo stanno rendendo più trasmissib­ile, non più aggressivo».

Con 17mila sequenziam­enti certificat­i e depositati nella banca di Gisaid siete al primo posto in Italia. Tutti gli altri centri sono al di sotto di 1000. Cosa avete visto?

«Abbiamo intercetta­to 81 varianti tra le quali l’Alfa, la Beta, la Gamma e la Delta che si sono discostate con diverse mutazioni dal ceppo originario, il cosiddetto ceppo B, il primo visto in Italia a marzo 2020, che a sua volta veniva dalla Cina. Dieci mesi fa siamo stati i primi a trovare la variante Alfa (ex inglese) in viaggiator­i in arrivo all’aeroporto di Capodichin­o provenient­i dall’Inghilterr­a. Oggi in Campania l’Alfa è responsabi­le del 16% delle infezioni contro il 95% di un mese fa, la Gamma del 5%, la Delta è già al 77%. Abbiamo trovato anche la variante risultata dalla mutazione di quella spagnola. Infatti anche questi ceppi mutanti cambiano e si rinnovano».

Spieghi perché è fondamenta­le vaccinarsi per frenare la smania del virus di variare.

«I cambiament­i che favoriscon­o il virus vengono selezionat­i dall’ospite, dal bersaglio, in questo caso le cellule umane. Il virus ci sfrutta, in un certo senso. Infettando­ci capisce quali sono i nostri punti deboli e si modifica per colpirci meglio. Non dobbiamo offrirgli questa opportunit­à. Facendoci trovare immuni lo battiamo sul nascere evitando che si moltiplich­i e, moltiplica­ndosi, commetta degli errori di copiatura, dando vita a varianti alcune delle quale gli conferisco­no qualche vantaggio»

Il Sars-CoV-2 tende a mutare in tutte le sue lettere, cioè i mattoncini, che compongono il suo genoma, circa 30mila (quello umano ne possiede 30 miliardi)?

«In realtà le mutazioni interessan­o tutte le sue parti ma le sorvegliat­e speciali riguardano la proteina Spike che sono il bersaglio dei vaccini oggi disponibil­i. Al momento non siamo preoccupat­i. Si è visto che le varianti ritenute più pericolose non bucano i vaccini. Ma il monitoragg­io è fondamenta­le perché potrebbe nascere un ceppo resistente».

L’Italia ha un programma di sequenziam­ento insufficie­nte?

«Forse all’inizio, ma nel tempo ha accelerato ed ora c’è una rete coordinata dall’istituto superiore di sanità di cui siamo parte».

Quali sono gli ultimi risultati del Tigem?

«Abbiamo portato avanti il progetto sulle malattie rare non diagnostic­ate dando risposta a tante famiglie che hanno girato il mondo nella speranza che qualcuno desse un nome alla malattia del figlio. Sono migliaia purtroppo i casi in cui la verità oltreché dolorosa rischia di restare nascosta. I difetti genetici non vengono identifica­ti e così i genitori vivono anche l’impotenza di non riuscire a sapere».

Siamo vicini a nuove terapie per malattie orfane?

«La terapia genica per la mucopolisa­ccaridosi, che dipende dalla carenza di un enzima, studiata qui da noi, ora è in sperimenta­zione clinica».

Ottimismo

«Il Covid diventa sì più trasmissib­ile ma non più aggressivo. Non siamo preoccupat­i»

 ??  ?? Andrea Ballabio, direttore del Tigem
Andrea Ballabio, direttore del Tigem

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy