Corriere della Sera

Scontro sulla giustizia Per la ministra Cartabia la mediazione è finita

Scetticism­o al ministero sull’apertura di Letta a migliorame­nti Salvini: i dem e i 5 Stelle vogliono ostacolare Draghi

- V. Pic.

Non bastava il dissidio interno ai Cinque Stelle e i malumori per la rinuncia allo stop sine die della prescrizio­ne previsto dalla legge Bonafede. Ora ad addensare nubi sulla riforma Cartabia arriva anche la proposta del segretario dem Enrico Letta di trovare migliorame­nti a quel testo, osteggiato dai magistrati che temono metta a rischio 150mila processi, troppo complessi per essere risolti nei limiti temporali fissati.

La Guardasigi­lli, stando alle voci di via Arenula, non avrebbe accolto con entusiasmo il rilancio di una possibile discussion­e, sia pure di dettagli tecnici, fatta da Letta. «La trattativa è chiusa», spiegano fonti del ministero della Giustizia. «La riforma è stata discussa e poi condivisa da tutto il Consiglio dei ministri che ha varato il provvedime­nto all’unanimità», fanno notare. Al punto che la Guardasigi­lli avrebbe detto più volte che «non è la Riforma Cartabia, ma la riforma del governo Draghi».

Il tempo per ripensamen­ti poi — sarebbe il pensiero della ministra — è scaduto, visto che preme la scadenza ravvicinat­a per avere i fondi del Recovery, per quali la riforma è un prerequisi­to necessario. E lo spazio temporale per discuterlo deve già fare i conti con una situazione di sovraffoll­amento di provvedime­nti in aula a Montecitor­io, dove c’è il dl Semplifica­zione. La data prevista del 23 per l’inizio della discussion­e sembra già destinata a slittare almeno a lunedì 26.

Molto dipenderà dall’incontro di oggi tra il premier Mario Draghi e il leader M5S Giuseppe Conte. Ma il Pd insiste che una mediazione è possibile. «Credo che i tempi stretti chiesti dal governo, e che io condivido, siano compatibil­i con qualche piccolo aggiustame­nto in prima o in seconda lettura. A patto di non stravolger­ne l’impianto», dice Letta. Una mediazione che potrebbe trovare sponda proprio nei M5S che non digeriscon­o una riforma che introduce al posto della prescrizio­ne del reato quella del processo con l’improcedib­ilità .

L’iniziativa però mette in subbuglio le altre componenti della maggioranz­a. Il leader della Lega, Matteo Salvini, spiega ai suoi che il testo della riforma era «il massimo che la Lega potesse ottenere. Ma certo non va toccato». E approfitta per rilanciare i referendum sulla giustizia: «Non so se Pd e 5 Stelle vorranno andare fino in fondo. Cercherann­o di ostacolare Draghi e le riforme in ogni maniera, la Lega sarà la forza più leale sulla via del cambiament­o che vuole Draghi».

Il calendiano Enrico Costa accusa: «I dem continuano a dialogare con i giustizial­isti M5S, mettendo a serio rischio l’approvazio­ne della riforma. Il Pd chiede alla ministra Cartabia di mediare sulla giustizia? Dopo avere votato in Cdm, scarica il problema sulla Guardasigi­lli, dimentican­do che il testo attuale è già una mediazione». E il renziano Ettore Rosato chiosa: «Se qualcuno vuole minare il lavoro di Draghi si prenderà le sue responsabi­lità».

Le date

Per la Guardasigi­lli è fondamenta­le il rispetto dei tempi per il Recovery plan

La riforma

La giustizia sta creando tensioni all’interno del governo Draghi

I renziani

Rosato: chi mina il lavoro del premier se ne assumerà le responsabi­lità

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A confronto L’attuale Guardasigi­lli Marta Cartabia, 58 anni, e Alfonso Bonafede, 45, ministro della Giustizia dei governi Conte I e II
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