L’affondo di Meloni contro la maggioranza (suoi alleati compresi)
Continua lo scontro tra Fratelli d’Italia e gli alleati di Forza Italia e Lega, deflagrato dopo la scelta degli azzurri di votare Simona Agnes e non l’uscente (e meloniano) Giampaolo Rossi come membro del Cda Rai. Oltre ad avvertire che in varie città e soprattutto in Calabria alle amministrative FdI potrebbe correre da sola («Se ne assumeranno la responsabilità», replica l’azzurra Licia Ronzulli), ieri Giorgia Meloni ha denunciato le responsabilità della «maggioranza» per «l’affossamento» sostanziale della commissione di inchiesta sul Covid proposta dal suo partito. «La commissione per verificare la gestione dell’emergenza sanitaria è stata stravolta da una serie di emendamenti che di fatto impediscono di fare piena chiarezza sugli eventi e sulla gestione della pandemia. Una vera e propria farsa, con l’avallo delle forze di maggioranza, per impedire di indagare le zone d’ombra e le responsabilità politiche di quanto avvenuto».
I motivi della protesta li spiega Galeazzo Bignami: grazie ad emendamenti votati in commissione Esteri con la «complicità di tutte le forze di maggioranza, purtroppo anche del centrodestra», si è «cambiato tutto il senso della commissione», che potrà indagare solo su quello che è successo nei Paesi in cui ha «avuto origine» il virus e solo prima dell’entrata in vigore dello stato d’emergenza il 30 gennaio del 2020. In pratica, se l’Aula confermerà il testo nel voto previsto in settimana, la commissione non potrà indagare sulla gestione della pandemia, sull’operato «del governo Conte, di Speranza: è un insabbiamento istituzionalizzato da parte di tutte le forze di maggioranza». Il sospetto, dietro le quinte, è che soprattutto la Lega abbia dato una mano al Pd per «interesse reciproco: non si indagherà sul governo ma nemmeno sulla gestione in Regione Lombardia...». Si apre dunque un altro capitolo dello scontro nel centrodestra.