Il Cairo libera l’attivista icona della rivoluzione
L’attivista egiziana Esraa Abdel-Fattah, uno dei simboli della rivoluzione del 2011, è stata rilasciata dopo quasi 22 mesi di detenzione preventiva con l’accusa di «appartenenza ad organizzazione terroristica» e «diffusione di notizie false atte a destabilizzare il Paese e screditare lo Stato». Nel 2008, Abdel-Fattah è stata cofondatrice del «movimento 6 aprile» (e della sua pagina Facebook), per sostenere i lavoratori in sciopero e chiedere riforme politiche. Il movimento fu determinante anche nella rivolta di piazza Tahrir. Oltre a lei sono state liberate ieri cinque persone: gli avvocati Mahienour el-Masry e Gamal e-Gamal, i giornalisti Mustafa el-Aasar e Moataz Wadnan e un leader del partito socialista, Abdel-Nasser Ismail. La pressione da parte degli Stati Uniti sarebbe stata fondamentale, anche se il rilascio non chiude i casi. Il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price aveva detto, mercoledì scorso, che Washington è «preoccupata» per le detenzioni di attivisti e giornalisti in Egitto, citando la recente incriminazione di Hossam Bahgat, presidente dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr) per un tweet di un anno fa. Rispondendo a una domanda sulla vendita di armi all’Egitto, Price ha detto che il presidente Biden ha parlato dei diritti umani con Al Sisi e che gli Stati Uniti li «prendono in seria considerazione» quando fanno affari. Resta invece in detenzione preventiva Patrick Zaki, anche lui collaboratore di Eipr.