Corriere della Sera

Pericu: mi chiedo se qualcuno ordinò la repression­e

- A.P.

Il sindaco di Genova all’epoca del G8 era Giuseppe Pericu, avvocato e docente universita­rio oggi in pensione.

Avvocato, che cosa ricorda di quel G8?

«Ricordo un anno e mezzo di lavoro per preparalo, cantieri, dibattiti. Il primo giorno filò tutto liscio, sfilarono per la città i manifestan­ti in modo pacifico. A cambiare le cose fu la tragedia di Carlo Giuliani».

Batterie antimissil­i, spazio aereo chiuso, acquedotti sorvegliat­i. Temeva l’evento?

«Ero un po’ preoccupat­o ma non pensavo all’apocalisse. Erano filtrate delle notizie, credo dai servizi segreti tedeschi, sulla possibile presenza di Bin Laden. Da qui la misura antiaerea. Ma nessuno ci credeva. Sembrava una cosa assurda. E invece non lo era, visto cos’è successo due mesi dopo alle Torri gemelle».

I Black bloc hanno messo a ferro e fuoco la città.

«Mi chiedo ancora adesso come mai non fosse stato impedito il loro arrivo in città. Evidenteme­nte i nostri servizi non avevano funzionato bene».

Pensa che sia stata fatta giustizia?

«Non del tutto. Le condanne penali non hanno accertato responsabi­lità individual­i. Non si è mai capito però il perché dei Black bloc e della violenta repression­e. Fu spontanea o ordinata da qualcuno? Noi come avevamo chiesto una commission­e d’inchiesta che però non fu accolta».

Perché non vi siete costituiti parte civile?

«Non c’erano i presuppost­i. Il danno fatto alla Diaz era nei confronti dell’umanità, non della città»

Cosa le è dispiaciut­o di più?

«Che si ricordi il G8 per le violenze e non per i grandi temi in discussion­e».

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83 anni, è stato sindaco di Genova dal 1997 al 2007
Avvocato Giuseppe Pericu, 83 anni, è stato sindaco di Genova dal 1997 al 2007

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