Le donne e la terra che erediteranno
Se le donne erediteranno la terra, come ha profetizzato Aldo Cazzullo, avranno la curiosità di Alessandra e Giulia, le due bambine di 10 anni che mi hanno ascoltata presentare il mio nuovo romanzo Tutto da vivere a Tortolì in prima fila, alzando la mano per fare domande pertinenti e sagaci alla fine della conversazione con Giacomo Mameli, 80enne anfitrione dell’anteprima del festival «Settesere Settepiazze Settelibri» che mi ha scortata a zigzag per i piccoli Comuni della Sardegna. Le donne che erediteranno la terra avranno la tenacia di Susanna Armenti, la proprietaria del B&B di Muravera che ha ripreso in mano la sua vita dopo la separazione e due figli, accoglie gli ospiti come fossero parenti e la mattina si sveglia alle 5.30 per preparare ciambelline deliziose da offrire loro a colazione. Le donne che erediteranno la terra avranno la profondità di Emanuela Laconca, l’assessora alla Cultura di Tortolì, che ancora oggi si chiede cosa avrebbero potuto fare per aiutare di più e meglio Mirko Farci e sua madre Paola Piras e salvarli dalla furia omicida dell’ex compagno Masih Shahid. E avranno la maturità di Daniela Falconi, 43enne sindaca di Fonni, diventata mamma giovanissima, e adesso che ha i figli già grandi, uno laureato in Tecnologie alimentari e l’altro a un soffio dalla tesi in Economia aziendale, si spende per i suoi concittadini e fa un punto di orgoglio del suo mandato le tre ore in più quotidiane conquistate al nido comunale per dare respiro alle altre madri. Le donne che erediteranno la terra avranno il coraggio di tutte quelle che hanno dovuto lasciare la Sardegna, per lavorare altrove e sfuggire a un tasso di disoccupazione giovanile cresciuto ancora durante la pandemia e arrivato a toccare il 40,9% contro una media nazionale del 29,4% (l’occupazione femminile nell’Isola è al 45,1%, quattro punti in meno rispetto al dato italiano). Ragazze e ragazzi che non dimenticano da dove sono partiti, sia che scalino gli organigrammi delle multinazionali, sia che svolgano lavori più umili nel resto d’Europa. Anche per loro l’azzurro Salvatore Sirigu ha portato sulle spalle la bandiera dei Quattro Mori, durante la premiazione al Wembley Stadium. Perché ognuno di loro la Sardegna ce l’ha stretta nel cuore. E domenica scorsa, grazie al nostro portiere, non si è sentito dimenticato.