L’impaziente Charles s’allena a fare miracoli
Non capita spesso di spingere una vettura di F1. L’abbiamo fatto in tanti ieri, dai divani, dalle sdraio, a casa, nei bar, presi dal sogno di un’altra vittoria italiana dentro un tempio sportivo inglese. Silverstone come Wembley. Rosso Ferrari come l’azzurro di Chiellini. Macché. Il sogno l’ha distrutto Hamilton a due giri dal traguardo, preso da una foga quasi animalesca. Leclerc, battuto dopo una corsa altrettanto memorabile, capace di guidare su ritmi strepitosi una macchina vispa, ottima con gomme medie, ben meno con le dure, al contrario della Mercedes.
La scena madre era comparsa molto prima, giro uno. Verstappen, scattato dalla pole, speronato da Lewis. Fuori, la Red Bull distrutta, lui sofferente, trasportato in ospedale per controlli approfonditi. L’incidente ha ricordato il colpo di sperone rifilato da Senna a Prost, Suzuka 1990. Non ha mostrato quella deliberata intenzione di Ayrton, farà discutere a lungo, rimette in equilibrio la sfida per il titolo. Hamilton ha rimediato 10 secondi di penalità, trangugiati tornando in pista a caccia di Leclerc, svelto a sfruttare la scazzottata. Mentre Verstappen ha di nuovo il suo rivale alle calcagna, meno 8 punti, nulla. Più veloce di lui in avvio di gara. Lewis aveva voglia e bisogno di ribadire il suo dominio davanti a 150 mila tifosi gasati. Che attaccasse era pensabile prevedibile. L’ha fatto, esagerando in un punto dove non si passa, salvo tirare una bomba a mano. Forse Max avrebbe potuto riflettere per un istante, lasciarlo andare, pensando al campionato. Sì, ma questi sono discorsi comodi, a freddo, nulla che serva per giudicare, fissare torti e ragioni. Di certo il prezzo è e sarà altissimo per il ragazzo olandese, per il suo team che porta a casa un punto contro i 40 della Mercedes.
Verstappen, Hamilton, Leclerc. Sono loro ad aver fatto lo show. Max, il più muscolare, ha rimediato una lezione severissima; Lewis il più feroce, spaventa ancora chiunque, Charles, il più impaziente, sta allenandosi a compiere miracoli. Tutto, non a caso, nel weekend che ha lanciato format e macchine della futura F1.