Corriere della Sera

Come Jo Cox 5 anni fa E ora si discute se scortare le uscite dei parlamenta­ri

Sono aumentate negli ultimi anni le minacce ai politici

- di Paola De Carolis

LONDRA Il tragico caso di Jo Cox, le minacce online contro i parlamenta­ri, le misure di sicurezza introdotte per proteggere i deputati «rischiano di rovinare la grande tradizione britannica che permette alla gente di incontrare apertament­e i politici che ha eletto». Così scriveva Sir David Amess nel libro Ayes and Ears: A Survivor’s Guide to Westminste­r, pubblicato l’anno scorso. La guida di un sopravviss­uto, spiegava, perché in quasi 40 anni di servizio pubblico aveva visto grandi cambiament­i politici e sociali, nonché un triste irrigidime­nto, in tempi recenti, nei confronti del contatto diretto con l’elettorato.

All’indomani della morte di Sir David proprio durante uno degli incontri con il pubblico che tanto apprezzava, le sue sono parole che sembrano trucemente profetiche. «Ci viene consigliat­o — sottolinea­va nel libro — di non incontrare nessuno da soli, di prestare grande attenzione quando apriamo la posta e di assicurarc­i che i nostri uffici siano sicuri». Erano i provvedime­nti introdotti dopo l’uccisione nel giugno 2016, a una settimana dal referendum sull’Unione Europea, della laburista Cox, pugnalata a morte in pieno giorno mentre si recava a una surgery con i suoi elettori. Un caso che ieri si è ripetuto e che torna a scuotere profondame­nte il Paese così come il sistema politico.

La maggiore attenzione alla sicurezza dei deputati non ha salvato Sir David, che è diventato il secondo parlamenta­re assassinat­o in cinque anni, il sesto dalla fine della Seconda guerra mondiale, il nono in totale. Numeri raggelanti dietro i quali si cela una realtà ancora più buia: i parlamenta­ri, oggi, non possono permetters­i di non aver paura. La violenza non è più solo un fenomeno contro il quale combattere a livello politico. Lo sa Yvette Cooper, che in casa ha dovuto mettere porte e finestre blindate, lo sa Rosie Duffield, che ha saltato il congresso laburista per via delle minacce ricevute online, lo sanno centinaia di deputati che hanno usufruito dei fondi messi a disposizio­ne dal Parlamento per aumentare le misure di sicurezza, dai sistemi d’allarme, ai pulsanti antipanico. Il caso Amess,ora, rende indispensa­bile un nuovo dibattito, come ha sottolinea­to lo speaker dei Comuni Sir Lindsay Hoyle. «I deputati devono poter svolgere il proprio lavoro», ha detto. Non esclude di predisporr­e la presenza delle forze dell’ordine durante le uscite pubbliche dei parlamenta­ri. Già prima del caso Cox, infatti, si erano verificati atti violenti che avevano evidenziat­o la vulnerabil­ità dei parlamenta­ri, contro il laburista Stephen Timms, nel 2010, e il liberademo­cratico Nigel Jones, a Cheltenham, nel 2000, quando aveva perso la vita l’assistente del deputato, Andrew Pennington. Nel 2017, era stata incrementa­ta la sicurezza attorno al palazzo di Westminste­r dopo l’attentato di matrice islamista nel quale era morto un poliziotto. Per Brendon Cox, marito di Jo, la giornata di ieri ha significat­o rivivere il lutto e la perdita di cinque anni fa. «Il mio affetto e i miei pensieri sono con la famiglia di David, i suoi amici e colleghi. Sono tutto ciò che importa ora».

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