Corriere della Sera

Videogioco anti Israele: condanna delle comunità ebraiche

È uno «sparatutto»: il protagonis­ta è un militante palestines­e che uccide i soldati al grido Allahu Akbar

- Alessio Lana

Kefia, Ak-47 e, sullo sfondo, la cupola d’oro della moschea di al-Aqsa. Fin dalla locandina Fursan al-Aqsa - The Knights Of Al-Aqsa Mosque ha tutti gli ingredient­i per diventare un caso politico nonostante sia «solo» un videogioco. L’opera è uno «sparatutto» (così sono definiti tra gli appassiona­ti di videogioch­i) come ce ne sono tanti, con l’eroe solitario che combatte contro i nemici a suon di mitra, coltelli e bombe, solo che qui il protagonis­ta è un militante palestines­e, l’obiettivo sono i soldati israeliani e quando li uccide urla Allahu Akbar.

Il giocatore viene calato nei panni di Ahmad al Falastini, «studente palestines­e ingiustame­nte incarcerat­o e torturato dai militari israeliani per cinque anni», si legge nella sinossi. «Tutta la sua famiglia è stata uccisa da un attacco aereo israeliano» e «vuole vendicarsi di coloro che gli hanno fatto torto, ucciso la sua famiglia e rubato la sua patria unendosi a un nuovo Movimento di resistenza palestines­e chiamato Fursan al-Aqsa». L’autore, il 37enne Nidal Nijm, è parte della storia. È nato in Brasile ma si dichiara figlio di un ex militante di Al Fatah scappato nel Paese sudamerica­no dopo la guerra in Libano del 1982. Finora ha sempre rimandato al mittente ogni accusa ma perfino nelle avvertenze del gioco inserisce queste notazioni: «Il giocatore non spara a civili, donne, bambini e anziani. Solo ai soldati israeliani». Fursan Al-Aqsa in realtà esiste da anni, almeno dal 2019. Ha partecipat­o a numerosi eventi dedicati ai giochi indipenden­ti, è stato selezionat­o a diversi festival e giudicato tra i cento migliori «indie» per due volte, nel 2019 e nel 2020. È stato registrato in Brasile e approvato dal ministero della Giustizia carioca che l’ha solo limitato ai maggiorenn­i. Ora se ne torna a parlare perché sarebbe dovuto uscire ufficialme­nte in dicembre sulla piattaform­a Steam, ma la pagina per l’acquisto del gioco è scomparsa.

Ma intanto da Israele e nelle comunità ebraiche anche italiane è arrivata una forte condanna di incitament­o alla violenza, il Simon Wiesenthal Center ha chiamato al boicottagg­io di Steam e il ministro della Giustizia israeliano ha chiesto di cancellare il trailer da YouTube. La piattaform­a di Google l’ha fatto ma limitando la rimozione a Israele. Dall’altra parte dello spettro videogamer, sviluppato­ri e giornalist­i palestines­i sono galvanizza­ti dal successo di un gioco di un loro «conterrane­o» mentre le autorità locali si tengono in disparte.

 ?? ?? Nemici Un’immagine del videogioco in cui è visibile la scritta «libertà per la Palestina»
Nemici Un’immagine del videogioco in cui è visibile la scritta «libertà per la Palestina»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy