L’evoluzione del gioiello di design
Compie vent’anni l’anello «Nudo» di Pomellato, interpretazione contemporanea del tradizionale solitario. Il racconto della ceo Sabina Belli e il rapporto con Kering
Tutto è iniziato da una idea di avanguardia e minimalismo, in una parola di «milanesità». «Milano ci ha sempre ispirato con la sua estetica essenziale, agli antipodi del barocco che ha caratterizzato a lungo il mondo della gioielleria», racconta Sabina Belli, ceo di Pomellato, una delle Jewellery Queen d’Italia, che con la sua visione ha modificato il mondo del lusso, introducendo nuovi codici. E’ il caso della collezione Nudo, nata 20 anni fa per mettere al centro della gioielleria il design: l’intento era quello di rompere gli schemi reinterpretando il tradizionale solitario da fidanzamento. Questo ha poi dato vita a un intero arcobaleno di anelli dai colori vivaci.
«L’intuizione è stata quella di enfatizzare la pietra, attraverso una montatura che creasse una sensazione di “lievitazione”: non ci sono elementi visibili per tenerla, è un prodigio di tecnicità, che unisce lusso e generosità. C’è una parte visibile della pietra e un’altra nascosta che viene sostenuta da infiniti perni».
Un gioiello pensato già molti anni fa con un uso quotidiano e prêt-à-porter, da portare da solo «come se fosse un punto esclamativo nel look» o su tutte le dita, giocando con i 35 colori diversi della palette. Proprio per festeggiare questo anniversario, Pomellato ha organizzato durante la scorsa fashion week milanese un evento che ha celebrato il dna meneghino del marchio e di Nudo: una festa nella Galleria Meravigli trasformata in una agorà milanese, tra botteghe storiche cittadine e cocktail iconici. «Siamo stati la prima maison di gioielleria a collegarsi in modo forte con la città e ci siamo immediatamente fatti apprezzare dalle donne milanesi, che sono state tra le prime in Italia ad acquistarsi il gioiello dei desideri da sole, marcando così la loro indipendenza».
Celebrarsi e darsi un model mento di gioia personale: con questo spirito le clienti di Pomellato negli anni sono entrate in gioielleria e si sono regalate un Nudo. È successo alla stessa Sabina Belli, quando ancora non era a capo dell’azienda orafa italiana fondata da Pino Rabolini nel 1967 e ora del gruppo Kering: «Quando la vicepresidente gruppo per il quale lavoravo mi ha annunciato una promozione, sono andata a comperarmi due Nudo da sola, un modo per premiarmi». La mentalità dietro alla scelta di un gioiello così essenziale è quella di chi non acquista un logo o un oggetto bling. «Nudo è una scelta che afferma la personalità di chi lo indossa,
Il regalo Quando sono stata promossa, sono andata a comprarmene due, un modo per premiarmi
anche grazie ai suoi volumi: ogni volta che sono in treno e mi trovo davanti una donna magnetica e femminile, quasi sempre scopro che indossa un Nudo».
Una tipologia di donna che trova in Milano la sua avanguardia: né troppo girlie, né troppo intransigente con sé stessa, capace di curarsi nel look e di presiedere un consiglio di amministrazione, attenta all’ecologia e quindi anche alla scelta del gioiello, che deve essere sostenibile. «Kering in questo ha elevato il livello di attenzione: misuriamo l’impatto del carbonio della produzione e le nostre pietre sono etiche». Un equilibrio di mondi diversi, che mescolano lusso e consapevolezza, ben rappresentato dalla pietra nata per scimmiottare un solitario, ma dal dna più anticonformista e irriverente. «Le nostre clienti amano mescolare più anelli insieme, giocando anche sui colori diversi, che vanno dall’azzurro, al verde acido, al mandarino e i più recenti chocolate e gelè. Con il tempo sono arrivati gli orecchini e i pendenti a completare la parure». Sullo sfondo c’è appunto Milano, capace di mescolare tradizione e futuro, «quartiere generale» del gruppo e considerata una delle prime cinque città al mondo per la spesa nel lusso. «Qui abbiamo i nostri laboratori che sono aperti al pubblico, dove 100 maestri orafi mostrano ai visitatori i prodigi della tecnica e della artigianalità. Milano è il nostro mercato domestico e storico: dal 1967 abbiamo un pubblico di donne che ci hanno scoperto e che da 50 anni ci sono fedelissime. Ma oggi più che mai è la nostra porta per il resto d’Europa».