Da Depero alle carrozze L’autunno si veste di arte
Oltre alla natura, la stagione del Trentino punta su musei e castelli
Ponti levatoi, armature, gallerie che non sono più tunnel, e storie di vita quotidiana diventate leggenda. Benvenuti nel Trentino del foliage, dei 155 castelli e dell’autunno dolce e accogliente come una caldarrosta. Ma lo spettacolo dal vivo, in alta definizione come al cinema, non presenterà neppure uno spiffero (tranne che, immaginiamo, per le visite ai manieri più impervi: e ci sta), regalandoci invece quell’atmosfera da gustare al calduccio della storia. Dal Rinascimento alle passioni dei personaggi a noi quasi coetanei.
Ora, di musei piccoli e grandi, è pieno il Trentino. Partiamo dai più conosciuti, per poi raggiungere gli spazi espositivi apparentemente meno battuti, ma ricchi di sorprese. Dici, per esempio, Mart di Rovereto, e pensi subito a Depero, il Leonardo da Vinci del ‘900, protagonista, dal prossimo 21 ottobre, di «Depero New Depero», o dei 500 pezzi esposti, e che spazia dall’arte all’editoria, dal teatro al design, dal fumetto al cinema: «Non sarà un’antologica ma una riflessione su quanto il Mart ha realizzato dal ’90 ad oggi su Depero», ricordano Baldessari e Baldessari, curatori dell’allestimento.
L’altro spazio noto è il Muse-Museo delle Scienze di
Trento, dove è visitabile, da pochi giorni, la nuova Galleria della Sostenibilità, dedicata ai principali fattori del cambiamento climatico globale. A proposito di gallerie, quelle che un tempo erano l’ingresso per la tangenziale ovest di Trento, oggi sono le Gallerie di Piedicastello, sede della mostra «Spettacolo», fino al 31 dicembre: un gioco sulla memoria degli ultimi due secoli di storia trentina.
La parte del protagonista la interpretano gli Jülg, una famiglia mitteleuropea le cui vicende si intrecceranno con questa provincia.
Ma ci saranno anche i «non protagonisti», da scoprire leggendone lettere e diari. Per uno spettacolo in bianco e nero, come i colori della storia o delle due gallerie di Piedicastello.
Ed ora, chiedo scusa se si parla di Anna (e non di Maria), perché alla figura della nonna di Gesù è dedicata una interessante mostra al Museo Diocesano Tridentino, il posto giusto per raccontare il prima e il dopo del culto di Sant’Anna, tra il XV e il XVIII secolo. «Anna, la madre di Maria. Culto e iconografia nel Tirolo storico» (fino al 10 dicembre)
I manieri
racconta, attraverso trenta opere d’arte (tra dipinti, sculture, incisioni e fotografie), come è cambiato nell’immaginario artistico il culto della santa, subito dopo il Concilio di Trento, pronto a eliminare qualsiasi sospetto di eresia.
I Castelli? Certo che ci sono. Basta oltrepassare un ponte levatoio per immaginare come vivevano i principi vescovi trentini, molti dei quali, grazie al cielo, conservavano di tutto. A cominciare dalle carrozze. Al Castello Thun, tra i meli della Val di Non, «In carrozza! Carrozze e slitte della famiglia Thun» è la mostra giusta e duratura (fino a dicembre 2025) per capire come si spostavano gli aristocratici Thun a bordo delle loro Vis à vis, Victoria e Brougham, giusto per citare qualche modello delle undici carrozze esposte. Troviamo anche le slitte, simbolo di un turismo invernale da Belle époque.
A ciascuno la sua Artemisia Gentileschi: per il Trentino? La pittrice Fede Galizia (15781630), autrice di nature morte, ritratti e pale d’altare, descritta al Castello del Buon Consiglio di Trento, fino al 24 ottobre. Intanto, se arrivate in Val di Sole, citofonare Solandri. Che non è un cognome, ma sta per gli abitanti della valle, il cui simbolo è Castel Caldes, maestoso maniero con affaccio sul torrente Noce. Fino al 9 gennaio 2022, tra le sale del castello, ci potremo imbattere in «Huomini d’armi, lettere e religione. Solandri illustri dal Cinquecento al Novecento»: filosofi, editori, ecclesiastici, garibaldini ed artisti. Vedi Antonio e Francesco Guardi. Sì, proprio quelli di capricci, vedute e rovine veneziane.
Sono 155 i castelli del Trentino e i più monumentali sono stati resi accessibili al pubblico