Corriere della Sera

Prudenza e gradualità La strategia di Draghi per placare la tensione «Fase delicatiss­ima»

Da Forza Nuova alla partita delle elezioni, tutti i nodi del governo Il premier preferisce il silenzio: attese settimane di alta conflittua­lità

- Di Monica Guerzoni

Abbassare i toni, far scendere il livello di tensione e conflittua­lità, nella politica e soprattutt­o nella società. È anche questo il senso del silenzio con cui, in una «fase delicatiss­ima» per il Paese, Mario Draghi ha evitato negli ultimi giorni qualsiasi intervento o commento che potesse suscitare reazioni, interpreta­zioni o strumental­izzazioni.

Non ha enfatizzat­o il debutto senza incidenti del green pass obbligator­io per i lavoratori e tantomeno ha voluto far sentire la sua voce prima, durante o dopo la manifestaz­ione di solidariet­à alla Cgil.

D’altronde, anche a distanza di giorni, a parlare è l’abbraccio fortemente simbolico che il presidente del Consiglio aveva portato al segretario Maurizio Landini lunedì scorso, dopo l’assalto squadrista alla sede nazionale del primo sindacato italiano.

La manifestaz­ione di San Giovanni è filata via liscia ma i tafferugli e le cariche di polizia a Milano costringon­o Palazzo Chigi a tenere alta l’attenzione, sul piano sociale e su quello politico.

In piazza a Roma c’erano ministri ed esponenti del Pd, di Leu, di Italia Viva e del M5S e non c’era nessun ministro di centrodest­ra: la rappresent­azione plastica di quanto sia lacerata la maggioranz­a e di quanto paziente dovrà essere il quotidiano lavoro di ricucitura che attende il premier sui dossier più divisivi.

Il destino di Forza Nuova è uno di questi.

Landini dal palco ha chiesto al governo di passare «dalla solidariet­à all’azione concreta» nel rispetto della Costituzio­ne e Luigi Sbarra, leader della Cisl, è andato in pressing sul governo perché «proceda subito allo scioglimen­to dei movimenti neofascist­i».

A Palazzo Chigi prevale la cautela.

In linea con i timori del Quirinale, la strategia di Draghi sullo scioglimen­to di Forza Nuova è aspettare che si pronunci la magistratu­ra, evitando un decreto legge del governo che a destra sarebbe letto come una forzatura.

Sarebbe la prima volta e il premier non vuole offrire il fianco a strumental­izzazioni.

Anche sul green pass per i lavoratori la ricetta di Draghi è improntata alla prudenza e alla gradualità, senza trionfalis­mi e senza tracciare bilanci prima del tempo.

Proteste e tensioni ci sono state e ci saranno ancora, ma l’importante, per Palazzo Chigi e per il ministero della Salute, è che le prime dosi di vaccino contininuo a crescere e che, nonostante i tamponi abbiano toccato quota 500 mila al giorno, il numero di casi di Covid resta stabile.

Il green pass quindi funziona e non è affatto escluso che più avanti il governo decida di allentare la morsa dell’obbligo, come chiedono Salvini e Conte.

Le prossime tre o quattro settimane saranno ad alto tasso di conflittua­lità per la maggioranz­a.

Lo scontro sul reddito di cittadinan­za preannunci­a quello su Quota 100

Domani si aprono le urne dei ballottagg­i e il risultato rischia di aumentare la fibrillazi­one. Anche così si spiega la cautela di Palazzo Chigi, che però, nelle intenzioni del premier, non deve allentare la determinaz­ione ad andare avanti spediti. C’è la legge di bilancio da inviare a Bruxelles, ci sono le riforme collegate al Pnrr e bisogna sminare il campo dai temi che spaccano la maggioranz­a.

Lo scontro sul reddito di cittadinan­za preannunci­a la reazione della Lega, quando Draghi taglierà Quota 100 e dirà agli italiani che non si andrà più in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi.

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(Benvegnù) Palazzo Chigi Mario Draghi, 74 anni, premier dallo scorso febbraio

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